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Editoriale | Benoît Gaudibert. Culto

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Il popolo abbronzato non vuole più ridere. Michel Blanc, uno dei pilastri della troupe Splendid insieme a Gérard Jugnot, Thierry Lhermitte e Josiane Balasko, è morto all’età di 72 anni. La sua scomparsa colpisce tutte le generazioni. Nel corso degli anni e delle ritrasmissioni, il personaggio di Jean-Claude Dusse in “Les Bronzés sont du ski”, un classico della commedia francese, era diventato una figura di culto, le cui battute più esilaranti ci recitiamo durante le cene in famiglia o le serate con gli amici. Ogni inverno, migliaia di sciatori la cui seggiovia smette improvvisamente di funzionare canticchiano “When Will I See You Again, Wonderful Land” sulle note di “Snowstar”.

Michel Blanc avrebbe potuto sfruttare questo personaggio di perdente ipocondriaco tagliato come un tetro, di un flirt incapace di concludere. Piuttosto che lasciarsi rinchiudere in questo tipo di ruolo tanto esilarante quanto ingrato, che secondo lui sarebbe potuto “diventare la sua tomba”, l’attore e regista ha avuto l’intelligenza di correre dei rischi e ampliare la sua tavolozza. La sua indimenticabile interpretazione in “Evening Tenue”, di Bernard Blier, dove cede alle avance di Gérard Depardieu, il suo opposto, gli vale il premio di recitazione a Cannes nel 1986. Questo riconoscimento gli apre le porte a un cinema più esigente, dove ha mostrato tutta la portata della sua recitazione e del suo talento. Inquietante e commovente come un abito maniacale in “Monsieur Hire”, austero e tagliente come capo di gabinetto di un ministro in “L’esercizio dello Stato”, Michel Blanc eccelleva in questi ruoli andando controcorrente rispetto ai personaggi comici dei suoi esordi . Niente era scontato per questo attore di origini modeste, dal carattere inquieto, che riuscì nell’impresa di attirare il favore del grande pubblico quanto quello degli spettatori. I suoi personaggi e le loro battute tramandate ai posteri gli sopravvivranno per molto tempo.

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