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Un Leonard Cohen torturato e amorevole in Crave

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In francese la serie si chiama A Marianne de Leonard. Il titolo in inglese è più romantico, musicale, come le accattivanti parole di Leonard Cohen: Addio, Marianne.

Sbarcata su Crave a partire da venerdì 27 settembre, questa ambiziosa coproduzione Canada – Norvegia – Grecia racconta la storia del cantante di Montreal diventato leggenda, ma soprattutto l’intreccio del suo destino con quello della sua Marianne Ihlen, quello della canzone, sì. Questo amore, tanto folle quanto puro, un po’ malsano, lo capiamo subito a malincuore e volubile. Leonard e Marianne si sono amati, poi si sono lasciati, hanno fondato famiglie altrove, poi si sono amati di nuovo, per tutta la vita, fino alla morte, avvenuta a pochi mesi di distanza nel 2016 (luglio per lei, novembre per lui).

Già gli inizi della loro storia sono complicati. Quando i giovani e – molto! – il tormentato Leonard Cohen (interpretato da un Alex Wolff molto simile, visto in particolare in Oppenheimer E Jumanji: Benvenuti nella giungla), vede per la prima volta la bella Marianne (Thea Sofie Loch Næss) nel suo alloggio sull’isola di Hydra, in Grecia, lo scambio di poche parole è cortese, niente di più. La cotta si svilupperà più a lungo, più tardi, poco a poco. Nelle prime due ore di So Long, Marianne, la giovane donna, lotta con un coniuge infedele e con tendenze violente, l’arrogante Axel (Jonas Strand Gravli), un controverso giovane scrittore emergente, che non può nemmeno fare a meno di voltarsi al passaggio delle infermiere quando la sua compagna ha appena partorito. Il quale, del resto, non smette mai di rimproverare alla sua dolce metà la sua mancanza di ambizione. Marianne rimarrà comunque incinta di questo detestabile personaggio. La tempesta potrà solo peggiorare.

Anna Torv in una scena di So Long, Marianne / Courtesy Crave

A Hydra, dove Leonard Cohen si rifugia per calmare – senza successo – le sue ansie, pittori e autori si divertono allegramente. Una donna anziana, Charmian (Anna Torv) lo prenderà sotto la sua ala protettrice in ogni senso della parola, con la conoscenza di suo marito, George Johnston (Noah Taylor).

Bisogna essere un po’ visionari, nei primi due episodi di So Long, Marianne, per anticipare la grandiosa carriera che vivrà l’eroe della storia, allora eterno nomade perché felice in nessun luogo, eppure rafforzato nelle sue convinzioni del dovere di creato da un professore, Irving Layton (Peter Stormare). Si accorge subito che la poesia del suo protetto avrà il potere di sanare gli abissi dell’animo umano (“C’è una crepa in ogni cosa, ecco da dove entra la luce»… vi ricorda qualcosa?) La sua Marianne gli infonderà una certa sicurezza in se stesso. La maggior parte della serie si concentrerà sugli anni ’60; quindi non abbiamo diritto qui a film biografico totale e completo sull’intera esistenza di Cohen, ma soprattutto sulle fondamenta del suo grande amore con Marianne… e tutti gli eccessi che ne derivano.

Alex Wolff, alias Leonard Cohen, in una scena di So Long, Marianne / Courtesy Crave

Leonard Cohen potrebbe essere nato a Montreal, a Westmount, e sebbene parte delle riprese si sia svolta qui (oltre che a Hydra, Atene e Oslo, in alcuni luoghi effettivamente frequentati dall’icona), Addio, Marianne non ha proprio l’odore della provincia di La Belle. Viaggeremo lì, sullo schermo, da Montreal all’Europa, passando per New York. Inoltre, il suo ritmo languido, soave, quasi pomposo, come se avessimo voluto che tutti gli otto episodi respirassero lo stesso atteggiamento vaporoso del suo protagonista principale, forse esasperarà i più impazienti.

Detto questo, la trama dell’evoluzione del rapporto tra Leonard e Marianne è intrigante, e l’intero aspetto visivo di So Long, Marianne è splendido: bastano i paesaggi della Grecia e della Norvegia per far sognare una fine settembre piovosa!

Bell Media è molto orgogliosa di questo costoso progetto, già garantito per brillare all’estero (perché è venduto nel Regno Unito, Germania, Grecia, Belgio, Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Cipro), il cui budget supera la media dei montepremi della solita narrativa del Quebec, ma al di sotto delle produzioni anglo-canadesi. Come il Quebecor con La notte in cui Laurier Gaudreault si svegliò (Club illico, 2022), Bell Media punta su questa nuova offerta per raggiungere un pubblico più vasto, e non nasconde l’intenzione di sviluppare altre partnership con altri Paesi. Apparentemente la collaborazione con la Scandinavia è molto fluida per quanto riguarda le questioni relative ai contenuti, ha affermato Sophie Parizeau, direttore generale della fiction presso Bell Media.

Leonard Cohen (Alex Wolff) e Marianne Ihlen (Thea Sofie Loch Næss) hanno avuto una storia d’amore torturata ma profonda / Courtesy Crave

Essendo Marianne Ihlen originaria della Norvegia, la versione trasmessa lì, e soprattutto il suo primo episodio, sarà diversa da quelle qui, e più focalizzata su quest’ultima. Inoltre, è stata soprattutto la famiglia Ihlen a fornire gli archivi necessari (come la corrispondenza tra amanti) agli autori Øystein Karlsen e Jo Nesbø, che ovviamente hanno dovuto reinterpretare alcuni fatti per le esigenze della storia.

Tutto è stato girato in inglese. Su Crave, saranno disponibili tre versioni di So Long, Marianne: in inglese con o senza sottotitoli, e doppiata in francese (con le voci di Alexandre Bacon e Rachel Graton nei ruoli principali).

Gli attori del Quebec Macha Grenon (Masha Cohen, madre di Leonard, rimasta vedova giovane, che riconosce la fibra artistica del ragazzo, ma lo spinge ad andare a lavorare nella fabbrica dello zio per garantirsi stabilità), Éric Bruneau (Robert Hershorn, amico di Cohen), Kim Lévesque-Lizotte (una donna ispirata a Monique Mercure, che aveva incrociato la coppia a Montreal), Robin Lhoumeau (un rivenditore) e Patrick Watson (nel ruolo di un cantante, che ha anche perfezionato la musica per lo spettacolo) appaiono in ruoli secondari e hanno prestato le proprie voci per la sovrastampa francese.

I primi due episodi di Leonard’s So Long, Marianne saranno disponibili su Crave questo venerdì 27 settembre.

I successivi sei verranno depositati lì al ritmo di uno alla settimana.

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