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“Paul Bocuse non era un chierichetto. E lo sosteneva!”

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LIl 20 gennaio 2018, l’imperatore della cucina francese, Paul Bocuse, ha lasciato definitivamente la scena, lasciando orfano il mondo della gastronomia. Monsieur Paul aveva fatto tutto, visto tutto, conosciuto tutto. Ancora oggi, la sua storia continua a essere scritta nel celebre edificio di Collonges-au-Mont-d’Or, nonostante la perdita della terza stella nel 2020. La sua eredità culinaria e patrimoniale è colossale. L’uomo che ha fatto uscire gli chef dalle loro cucine aveva anche il senso della formula giusta e delle piccole frasi. Era una figura adorata dai francesi, molti dei quali conoscevano la sua vita sentimentale. Sposato con Raymonde Bocuse dal 1946 – con cui ha avuto una figlia, Françoise -, viveva, nello stesso periodo, con altre due donne: Raymone Carlut, la madre di suo figlio Jérôme, e Patricia Zizza, che gestiva la sua immagine e la sua comunicazione.

Negli anni ’70, Ève-Marie, la figlia di quest’ultimo, è cresciuta all’ombra di Paul Bocuse, al ritmo del tumultuoso rapporto che lui aveva con sua madre. Tre decenni dopo, diventata giornalista gastronomica, Ève-Marie avrebbe scritto, con il suo aiuto, la biografia del suo celebre suocero, Il fuoco sacroIl 18 settembre pubblicherà il libro, edito da Stock Bocuse mio malgradoin cui rivela un lato più intimo e necessariamente doloroso di questa storia familiare a tre. Fa parlare tutti i protagonisti, tra scene di gelosia e infedeltà, accessi di rabbia e cose non dette devastanti. L […] Per saperne di più

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