Il conduttore televisivo e radiofonico e la sua famiglia erano stati rapiti. Hanno parlato della loro sindrome post-traumatica. Gli autori del reato furono pesantemente condannati… prima di combattere nella tribuna.
“Mi hanno rubato la vita di papà perché quando cresci un figlio sei lì fin da piccolo per dirgli che siamo lì per aiutarlo e difenderlo”. Mercoledì scorso, davanti alla 7a sezione penale del tribunale di Versailles (Yvelines), il conduttore televisivo e radiofonico Bruno Guillon e sua moglie Marion hanno parlato a lungo del trauma legato al furto di abitazioni di cui sono stati vittime la notte del Dal 26 al 27 settembre nella loro casa di Tessancourt-sur-Aubette, a Yvelines.
Quella notte, quattro persone hanno fatto irruzione nella loro casa intorno alle 3:30 e hanno rapito la famiglia. I criminali sono fuggiti con il loro bottino: orologi, gioielli e borse di lusso. Danni stimati in 103.000 euro.
Uno specialista in furti VIP
I ladri sono riusciti a entrare nell’abitazione rompendo la finestra della camera degli ospiti al piano terra, per poi fare irruzione nella camera della coppia. In casa era presente anche il figlio quattordicenne.
Un figlio al quale Bruno Guillon ha fatto spesso riferimento durante il processo, secondo Le Parisien. “Si è ritrovato con un papà nudo, seduto sul bordo del letto, con le mani legate dietro la schiena, che implorava gli aggressori di non fare del male né a sua madre né a lui”.
Il processo di questo mercoledì riguardava cinque uomini coinvolti in questo violento furto con scasso. Mercoledì sera sono state pronunciate sentenze di reclusione da tre a dodici anni. Specializzato in furti con scasso VIP, Kamel Z, considerato la vera mente, è stato il più pesantemente sanzionato. I giudici sono andati oltre il pubblico ministero che aveva chiesto dieci anni.
Un processo che si concluse con una rissa tra imputati in platea…
“Condannati a essere infelici per il resto della nostra vita”
Prima di ciò, davanti ad imputati senza compassione, Bruno Guillon aveva lasciato esplodere la sua rabbia. “Hai distrutto una famiglia e una coppia. Siamo condannati a essere infelici per il resto della nostra vita”.
E il conduttore precisa anche che dovrà, “per il resto dei miei giorni, giustificarmi quando faccio il clown dietro un microfono e dico che è il mio lavoro, mentre allo stesso tempo devo fare i conti con i commenti di persone che dicono che non deve avermi colpito più di tanto perché guarda, ci sta ridendo, non se ne andrà, non se ne andrà mai.
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