Il giorno dopo la prima del tour La nota, al teatro di Chaville (92), Sophie Marceau ha incontrato i giornalisti della stampa regionale in una sala privata del ristorante parigino La Fontaine Gaillon. Un incontro intimo, in un’atmosfera sommessa, come lo spettacolo prodotto da Richard Caillat e che condivide con François Berléand, dopo dodici anni di assenza sulla scena.
La Nota, è quello che Julien, rinomato psicanalista e marito di Maud, non ha lasciato alla moglie prima del suo tentativo di suicidio interrotto dal suo arrivo. La Nota, è anche il mondo di Maud, rinomata pianista, confrontata con questo dramma che richiede di risintonizzarci con la vita, con gli altri, con noi stessi e di scrivere una nuova partitura. Questo “tragedia del viale” come descritto dall’autrice e regista, Audrey Schebat, affronta questioni esistenziali, con dialoghi venati di psicoanalisi e filosofia e ricoperti da una nuvola di umorismo. Come essere soddisfatto della propria vita, individuale e di coppia, come andare d’accordo con se stessi? Un tema vasto che Sophie Marceau ha accettato di approfondire.
Perché un ritorno a teatro così tardivo?
Recentemente mi sono reso conto che non vado a teatro da più di dodici anni, il che è enorme. Non so perché, penso che non mi abbiano fatto le offerte giuste. È davvero una questione di incontrare persone. E poi ecco, ho tempo, non ho progetti cinematografici in questo momento (le riprese di Lol 2 inizia a maggio dopo il tour, ndr). Quindi è bene prendersi questo tempo per fare teatro. E mi pento di non averlo preso più spesso.
Non hai osato?
Forse ho sentito una mancanza di legittimità nel senso che non ho scelto questa professione. Forse dà fastidio anche ad altre persone, non solo a me. E poi manca l’educazione teatrale, non ho osato iniziare, anche se mi vedevo benissimo recitare sul palco!
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