José Garcia: “I belgi non hanno mai secondi fini negativi”

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La disabilità, sia fisica che invisibile come la balbuzie, è spesso fonte di stigma. In che modo i film possono contribuire a cambiare la percezione che la società ha delle persone che li realizzano?

“Dipende tutto dal modo in cui guardiamo gli altri. Se percepiamo Joachim Arseguel (aka Colin nel film) solo come qualcuno che balbetta, lo riduciamo a quello. Ma nel momento in cui ridiamo con lui o intratteniamo una conversazione amichevole, lui parla molto meglio. È meno stressato e diventa più fluente nel parlare Valorizzando i talenti e l’umanità di tutti, stiamo costruendo un mondo più inclusivo. ricco, dove la diversità arricchisce la nostra vita. Non vediamo i limiti, ma le infinite potenzialità. Ogni persona è molto più della sua disabilità. È la sua forza, la sua creatività e la sua personalità a definirla.

Come possono l’arte e il palcoscenico aiutare i giovani ad esprimersi e a superare le proprie insicurezze?

“Un palcoscenico teatrale è l’unico posto dove non sei giudicato, tranne per quello che reciti. Dal momento in cui incarni un personaggio, puoi nasconderti dietro ad esso. Puoi essere chi vogliamo. Quando recito sul palco, so che , per due ore, posso essere una persona affascinante o, al contrario, insopportabile, persino odiosa. Durante questo periodo, posso esplorare questo personaggio e scoprire cose che non avrei mai immaginato. interpretando ruoli diversi, impariamo a conoscere l’animo umano. Il teatro gioca quindi un ruolo cruciale nel processo di scoperta di sé e di accettazione, in particolare durante l’adolescenza, periodo segnato da domande identitarie e intensi cambiamenti!

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Da dove viene questa umanità che troviamo nelle tue azioni e nel tuo modo di essere?

“Mi è stato tramandato dai miei genitori. Mio padre era una persona molto premurosa verso gli altri. Non giudicava mai né gli importava se qualcuno fosse rosso, blu o giallo. Quando vedeva qualcuno quando era in difficoltà, l’aiutava durante il Per anni è stato con mia madre, ha svolto molti compiti considerati femminili, cosa rara nella Spagna macho dell’epoca. Non aveva il testosterone fuori luogo.

“Le Panache” esce il 20 novembre in Belgio. Questo Paese, che ami così tanto, ti sorprende ancora dopo tutti questi anni?

“Sì, perché la buona volontà della gente lì è totale. Non hanno mai secondi fini negativi. Sicuramente conoscerai questa frase: “Sai quanto sono fortunati i francesi? Almeno hanno dei vicini simpatici!”

Ad ogni anteprima concludi la serata con un bicchiere di “Rosé Garcia” o è solo una leggenda da ubriachi?

“(Scoppi di risate) Sì, e faccio anche controlli di qualità all’improvviso, con moderazione!”

Il brio ©DR

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