Il presentatore Arthur presenta una denuncia per diffamazione contro Aymeric Caron, accusandolo di “sostenere i massacri a Gaza”

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Attraverso un comunicato stampa pubblicato questa domenica, lo studio legale Zimeray & Finelle che rappresenta gli interessi del padrone di casa Arthur ha annunciato la presentazione di una denuncia per diffamazione contro il deputato della LFI Aymeric Caron per i commenti di quest’ultimo che si qualifica come facilitatore di “sostegno ai massacri”. a Gaza”.

Una faida mediatica che si risolverà in tribunale. Descritto come “sostegno ai massacri di Gaza” dal deputato della LFI Aymeric Caron, il conduttore Arthur ha annunciato domenica, attraverso un comunicato stampa pubblicato dallo studio legale Zimeray & Finelle che lo rappresenta, la presentazione di una denuncia per diffamazione contro il funzionario eletto.

Nel documento gli avvocati del conduttore televisivo hanno chiesto anche la revoca dell’immunità del deputato.

“Mentre in tutto il mondo gli attacchi antiebraici indossano la maschera della difesa delle vittime civili, questi commenti sono irresponsabili e indegni di un parlamentare. Richiederemo la revoca dell’immunità del deputato Caron e gli daremo le azioni legali richieste dalla sua gravità”, hanno scritto i rappresentanti di Arthur nel comunicato stampa.

Per giustificare questa richiesta, si sono basati su un argomento che puntava all’uso di “una retorica piena di odio e ossessiva, tanto irresponsabile quanto diffamatoria” da parte di Aymeric Caron.

“Queste osservazioni non servono né alla causa della verità né a quella della pace. Il deputato Caron non si accontenta di falsificare grossolanamente la prospettiva difesa da Arthur, essi fanno parte di una retorica piena di odio e ossessiva volta ad avviare un processo per disumanità contro diverse personalità ebraiche”, hanno assicurato gli avvocati nel comunicato stampa.

Hanno così sequestrato la Corte Giudiziaria di Parigi, evidenziando l’uso del termine “genocidio” utilizzato dal funzionario eletto per qualificare le azioni militari israeliane a Gaza. Secondo loro, l’uso di tale termine, considerato “il più grave dei reati”, comporta “l’imputazione di un fatto concreto idoneo a minare l’onore e la reputazione”.

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