“Non posso…”: Léa Salamé esagera, ospite a Inter sul punto di piangere

“Non posso…”: Léa Salamé esagera, ospite a Inter sul punto di piangere
“Non posso…”: Léa Salamé esagera, ospite a France Inter sul punto di piangere
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Questo giovedì 7 novembre 2024, Léa Salamé ha ricevuto Franck Gastambide sul set di Inter. In effetti, l'attore apparirà in La gabbiafilm disponibile su Netflix dal 15 novembre. Alla domanda sulla sua carriera, l'attore è stato successivamente interrogato sulla sua infanzia : “È stata una lunga strada e lungo il percorso subiamo colpi. E cerco di essere orgoglioso del viaggio. Non è sempre facile” confidò.

L'attore, infatti, soffre di dislessia e disprassia.
Sebbene ne abbia sofferto durante l'infanzia, Franck Gastambide è oggi orgoglioso della sua carriera : “Non avevo fiducia in me stesso. Quindi non posso incolpare chi non ha creduto in me. Il viaggio è stato pieno di insidie.”

Léa Salamé interroga Franck Gastambide su un argomento intimo

Tuttavia, davanti a Léa Salamé, Franck Gastambide ammette di sentire ancora le conseguenze dei suoi handicap: “L’elenco delle cose che non posso fare e per le quali mi sento totalmente umiliato e ridicolizzato è lungo. […] Anche recitare l’alfabeto tutto d’un fiato per me è molto complicato”,
confida con emozione.

Dichiarazioni toccanti: “Quindi esiste questo tipo di paradosso per cui a volte, noi persone che abbiamo disabilità invisibili, saremo migliori degli altri in certe cose e quindi non saremo in grado di partecipare a un gioco da tavolo. Ovviamente a volte è molto complicato conviverci.”

La forte emozione dell'attore

Lo scorso luglio, all’età di 45 anni, Franck Gastambide si è laureato, la prima volta nella sua vita: “Quando so il dolore che ha causato a mia madre avere un figlio che non è riuscito a conseguire il diploma universitario, è una grande emozione. […]
Cerco di non incolpare nessuno per averlo pensato perché anch'io stavo pensando 'Cosa farò di me stesso?' Non capisco niente delle lezioni che frequento, stiamo parlando di un periodo in cui la dislessia non veniva realmente rilevata, quindi ero un imbecille o una persona pigra,”
ricorda.

Ma in realtà questo diploma significa molto: “Eppure mi sentivo come se non fossi nessuno dei due. Non avevo modo di dimostrarlo. Di una cosa però è certo dopo tutte queste difficoltà incontrate che gli fanno temere una possibile paternità: “Sono convinto che il cervello compensi e che quello che non abbiamo da una parte, lo abbiamo dall'altra. Per me ha sviluppato una creatività che mi permette di fare questo lavoro ma ci sono delle cose che” Sono ancora incapace di farlo. Sfortunatamente, sono ancora lì.”

France

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