Minacciato per mesi, Arthur non è gentile con alcuni amici che non lo sostengono

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Il conduttore Arthur vive da un anno sotto scorta della polizia, in seguito a minacce di morte…

Tutti conoscono il sorridente, scolaretto, perfino esilarante conduttore delle serate del venerdì su TF1. Ma gli ultimi mesi sono stati particolarmente duri per Arthur, conduttore e produttore molto noto nel panorama audiovisivo francese. Dopo gli attentati mortali del 7 ottobre 2023 che hanno colpito Israele, uccidendo più di 1.200 persone e provocando 251 ostaggi, di cui una sessantina si ritiene siano ancora nelle mani di Hamas, la contestata risposta dell’esercito israeliano a Gaza Strip, l’uomo della televisione, vive sotto costante minaccia e necessita quotidianamente di una protezione rafforzata da parte della polizia.

Questa situazione eccezionale ha un impatto considerevole sulla sua vita quotidiana, come ha confidato a BFMTV questa settimana in occasione del primo anniversario degli attentati. Di fede ebraica, Arthur, abituato a muoversi liberamente e a interagire con il suo pubblico, si ritrova costretto a seguire un protocollo di sicurezza molto rigido. Ogni suo movimento è attentamente pianificato e supervisionato da un team di professionisti incaricato di garantire la sua sicurezza. Una realtà pesante che sconvolge la sua vita quotidiana e quella dei suoi cari.

Arthur durante una manifestazione del Crif il giorno dopo gli attentati. © JEANNE ACCORSINI/SIPA (pubblicato il 10/11/2024)

“Lavoro ancora altrettanto. Faccio ancora l’animatore-produttore, ma diciamo che ho perso un po’ della mia attività visto che sono accompagnato, protetto 24 ore su 24. Dove un tempo potevo scendere per un caffè così, senza avvisare i suoi amici, ormai è tutta un’organizzazione”, ha spiegato, aggiungendo che deve recarsi ogni settimana alla stazione di polizia per trasmettere su una chiavetta USB gli insulti e le minacce di morte che riceve ormai regolarmente.

In questo contesto, il conduttore, che aveva denunciato chi “trova attenuanti per i terroristi”, ha confidato anche di aver vissuto delle delusioni nei confronti di alcuni suoi amici. Anche se sperava di poter contare sulla gentilezza e sulla compassione di coloro che gli sono cari, presto sarebbe rimasto deluso. “Ho perso persone per le quali provavo tanto affetto, ma ho conosciuto persone meravigliose”, tempra, prima di aggiungere, severamente: “L’empatia non si può inventare e ho amici – che consideravo amici – a cui è mancata moltissimo. “

Secondo Arthur, alcuni si distinguevano per la loro assenza, il loro silenzio o la loro indifferenza di fronte all’angoscia. Un rivelatore del trauma e dello stato della società attuale: “Per me è un giorno senza fine e penso che ci vorranno generazioni per riprenderci da questo pogrom, generazioni per riprenderci dall’odio antiebraico nel mondo No si poteva immaginare che questo dormiente antisemitismo sarebbe sorto con tanta forza e da ogni parte.

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