E se la soluzione fosse Mylène Farmer?

E se la soluzione fosse Mylène Farmer?
E se la soluzione fosse Mylène Farmer?
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E poi il mondo di Mylène Farmer, un mondo accanto al nostro che persiste da anni, conducendo la sua esistenza parallela con i suoi riti e i suoi entusiasmi.

Come spiega oggi Le Parisien, Mylène Farmer sarà in concerto venerdì, sabato e martedì prossimi, ed è per questo che centinaia di tende circondano lo Stade de France. I suoi tifosi si accamparono attorno a quello che sarebbe diventato lo stadio Mylène. È semplice, nessuna stella in Francia suscita tanta devozione. Una devozione immensa, anche se questa star conduce un’esistenza ai margini dei media. Non credo di aver mai sentito o letto una sua intervista, e poiché lei ha poco interesse per i media, i media hanno poco interesse per lei. Tutto il contrario di altri cantanti famosi, Johnny in testa, che, volontariamente o meno, occupavano regolarmente le prime pagine dei giornali. La vita di Johnny è stata una notizia nazionale, quella di Mylène appartiene a una bolla.

La fanbase di Mylène è una delle più fedeli che ci siano. È presente ad ogni concerto, capace di aspettare 21 giorni sotto la pioggia, arrivando da ogni parte: da Mosca, dal Messico o dal Burkina Faso. Tuttavia, Mylène non fa nulla facilmente. I suoi testi sono letterari e difficili da interpretare nella canzone francese. Affronta temi come la morte, la solitudine, la malinconia, il rifiuto e il disagio esistenziale, argomenti che sono spesso tabù nella musica popolare. Prendiamo Disincantatouna canzone che esprime la disperazione di una generazione perduta, o addirittura Lo stragramma dell’animacon le sue complesse allusioni filosofiche e psicoanalitiche. Le sue parole sono enigmi, dove ogni parola è scelta con cura, spesso in riferimento ad autori come Edgar Allan Poe o Emily Dickinson.

E in un’epoca che rifiuta sempre più l’ammirazione, dove non ammiriamo più niente e nessuno – né politico né religioso – e dove le star sono diventate celebrità, Mylène Farmer resta una conservatoria. Il conservatorio della capacità umana di adorare.

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