“Non so cosa stia succedendo ai clásicos, ma ultimamente sono un po’ arrabbiati”, aveva detto Carlo Ancelotti ed eccone un altro. Negli ultimi dieci incontri tra queste due grandi rivali c’erano stati 35 gol e nella finale della Supercoppa spagnola ce ne furono altri sette. L’unico peccato è che sia successo nel posto sbagliato. L’FC Barcelona aveva superato quattro volte il Real Madrid al Santiago Bernabéu a ottobre; ora sono andati ancora meglio verso una straordinaria vittoria per 5-2, a 5.000 km di distanza a Jeddah, una notte in cui hanno giocato con due portieri finendo con un terzo, l’infortunato capitano Marc Andre ter Stegen, ad alzare il trofeo.
Il Barcellona aveva finito con un uomo sotto e aveva iniziato con un gol, Wojciech Szczęsny aveva battuto presto ed espulso più tardi, ma alla fine non aveva importanza. La squadra di Hansi Flick era semplicemente troppo forte. Eccezionale infatti, Raphinha instancabile fino al ritiro, con i crampi che gli artigliavano il polpaccio, Lamine Yamal che mandava sempre gli avversari dalla parte sbagliata e Pedri che scivolava su un altro palco. Per un’ora hanno dominato e poi, per mezz’ora, dopo l’espulsione di Szczęsny, hanno controllato con una freddezza che faceva luce sul tempo rimasto e sulla storia e il talento della squadra davanti a loro.
Alla fine, il Barcellona è stata la squadra migliore dall’inizio alla fine. Il primo gol del Real è arrivato in controtendenza, il che è strano da dire quando è arrivato anche dopo cinque minuti. Potrebbe anche sembrare strano suggerire che a molti spettatori sembrasse in qualche modo inevitabile. Ma allora entrambe le cose sembravano vere.
Quando Kylian Mbappé ha superato Szczęsny con la palla, erano passati meno di dieci secondi da a Barcellona Calcio d’angolo, solo 43 da quando Thibaut Courtois aveva parato sull’altra fascia, e quella era già stata la seconda parata superba del portiere del Real Madrid. Il primo, su tiro deviato di Lamine Yamal dopo 1.23, è stato buono, il secondo, su colpo di testa di Raphinha al 3.51, è stato sorprendente, un muro familiare eretto.
Il Real Madrid era già sotto pressione, anche se di solito succede quando infilano il coltello. Il conseguente corner è arrivato a Marc Casado al limite dell’area, Vinícius Júnior gli ha tolto la palla e all’improvviso lui e Mbappé sono scappati nello spazio, il Il francese supera Alex Balde e realizza un gol che ricorda molto quello del Real Madrid. A sufficienza a loro che l’inizio avrebbe potuto sembrare un piano – sedersi in profondità, rapinare e scappare – piuttosto che essere sopraffatti. La realtà però racconterebbe una storia diversa, quel muro abbattuto.
Nonostante il vantaggio, il Real Madrid non è riuscito a prendere piede qui, Jude Bellingham incapace di influenzare come ha fatto negli ultimi tempi, solo Mbappé è sempre stato davvero una minaccia. Al 20° minuto di questa partita, la quota di possesso palla del Barcellona era aumentata all’82%; quando hanno raggiunto il 21esimo, avevano pareggiato e meritatamente. Raphinha aveva tirato a lato, Lamine era quasi riuscito a sgusciare, il tiro di Pedri era stato deviato alto e Antonio Rüdiger aveva ritagliato un’occasione per Gavi, tutto prima che Lamine Yamal realizzasse l’1-1.
È stato anche un bel gol, preso con tanta calma da diventare un altro di quei momenti in cui è necessario ricordargli che ha ancora diciassette anni. Il passaggio di Robert Lewandowski per liberarlo è stato eccezionale e Lamine Yamal ha superato Ferland Mendy e Rüdiger da destra a sinistra per poi respingere nella direzione da cui era venuto, la palla eludendo quasi delicatamente Courtois sul palo.
Szczęsny respinge subito dopo un colpo di testa di Aurélien Tchouameni, ma il Barcellona ha il controllo e quando Eduardo Camavinga fa cadere Gavi in area anche lui passa in vantaggio. La sfida è stata imprudente e indiscutibile, anche se è stata necessaria una chiamata allo schermo del VAR perché Jesus Gil Manzano la vedesse. Dal dischetto Lewandowski batte Courtois.
Il vantaggio si allunga rapidamente quando uno splendido diagonale di Jules Koundé serve a Rafhinha per indirizzare in rete un colpo di testa. E poi, nel pieno dei tempi supplementari, dopo che Courtois aveva parato su Balde, il Barcellona ha fatto al Real Madrid ciò che gli era stato fatto: un terribile calcio d’angolo corto ha visto Rodrygo regalare palla e Lamine Yamal e Raphinha sono partiti, accompagnati da Balde che ha fornito il pallone. fine. Sorprendentemente, tre minuti dell’inizio del secondo tempo erano cinque. Ancora una volta, il Barcellona trova lo spazio per imbattersi, Raphinha batte Tchouameni e segna.
In qualche modo, c’era la possibilità che tutto questo non finisse. Al 10′ Szczęsny, molto lontano dalla sua porta, elimina Mbappé mentre si lancia in avanti. In un primo momento Gil Manzano ha ammonito il francese in tuffo, ma la risposta ha mostrato il contatto, il polacco è stato espulso e la prima cosa che ha fatto il suo sostituto Inaki Pena è stata sentire la fantastica punizione di Rodrygo sventolare dalla punta delle dita e volare in rete attraverso la posta.
Sette gol, e mancava ancora mezz’ora, che spesso è un’età per il Real Madrid. Bellissima parata di Pena su Mbappé, al 96′. Questo però è stato l’unico vero sforzo del Real Madrid, una squadra che non aveva un piano chiaro non riuscendo ad approfittare contro 10 uomini che certamente lo avevano, e non c’è stata rimonta. Questo classico era pazzesco, ma non lo era Quello pazzo, e apparteneva al Barcellona.
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