Questa domenica, Fate entrare l’imputato si farà valere su RMC Découverte con una ritrasmissione. Questo sarà un episodio della quindicesima stagione del programma, intitolato John Szablewski, dalle bugie all’omicidio e presentato da Frédérique Lantieri. Tornerà sull’affare Laurence Maille, che prende il nome dalla giovane donna uccisa nel Pas-de-Calais, dal suo compagno John Szablewski. Un uomo dalla personalità tormentata…
John Szablewski: un bugiardo seriale per la stampa
Dal 28 novembre 2007, Laurence Maille, che era andata a portare a spasso il suo cane, non dava più alcun segno di vita. A Farbus, nel Pas-de-Calais, c’è preoccupazione, come a Lens dove i colleghi di questo dipendente del CPAM si stanno organizzando. Uno dopo l’altro, spingono il compagno a denunciare la scomparsa della giovane 36enne. Quest’uomo è John Szablewski. Chiamate alla polizia, denunce, interviste… Il compagno lotta e non lascia trasparire nulla del suo crimine sui media. Perché sì, è stato lui a porre fine alla vita di Laurence Maille. Il 5 dicembre, dopo che gli investigatori hanno scoperto tracce di sangue nella sua casa, John Szablewski è stato messo in custodia di polizia. Moltiplicando le versioni, rilasciò confessioni dettagliate, evocando una morte accidentale, poi uno strangolamento. Trovato sepolto nel bosco di Vimy, il corpo di Laurence Maille conterrà grandi dosi di un sedativo, lo Zolpidem, lasciando dubbi sulla premeditazione.
John Szablewski condannato per l’omicidio di Laurence Maille: “un uomo svuotato di ogni umanità”
Processato dalla corte d’assise del Pas-de-Calais nel 2011, ha ricevuto una condanna a 30 anni di reclusione, accompagnati da 10 anni di supervisione socio-giudiziaria. L’avvocato generale, citato da La voce del Nordavrà descritto John Szablewski come “Machiavellico” al “lucidità morbosa” : “Si tratta di un omicidio atroce, compiuto a sangue freddo per motivi nefasti. Dopo tre giorni di processo, non so chi sia John Szablewski.” La moltiplicazione delle versioni, fatto che non favoriva gli imputati. In appello, un anno dopo, a Douai, è stato nuovamente condannato a 30 anni di carcere, questa volta accompagnati da una pena di sicurezza di 20 anni. Il procuratore generale, nel corso di questo nuovo processo, si riferirà al condannato come segue: “è un uomo sadico, pericoloso, svuotato di ogni umanità”.
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