Accanto alle opere provenienti dalle proprie collezioni, il Centre Pompidou ne espone una selezione dal fondo di dotazione Jean-Jacques Lebel. Si tratta di 95 opere in totale, curate da Cécile Bargues, una delle amministratrici del fondo, e Anne Montfort-Tanguy, curatrice del dipartimento di arti grafiche del museo. Di cosa parla la mostra? Una collezione – ormai inalienabile fin dalla sua nascita come fondo di dotazione – di circa mille opere realizzate negli anni da Lebel, artista, scrittore, attivista anarchico (nel 1968 fu uno dei pilastri del Movimento studentesco 22 marzond), anticolonialista, piantagrane ed eterno ribelle nato nel 1936.
Non presenta nessuna delle sue opere – anche se ne ha prestata una per la mostra – ma molte dei suoi amici e anche degli artisti che amava, soprattutto i surrealisti: quando era bambino, Jean-Jacques, figlio del poeta, il collezionista e mercante d’arte Robert Lebel (1901-1986), rifugiato a New York durante l’occupazione nazista, conobbe André Breton e saltò letteralmente in grembo a Marcel Duchamp (suo padre scrisse un importante libro sull’artista in 1959), che gli presentò e gli dedicò il suo autoritratto, un profilo realizzato su carta strappata.
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