COLLOQUIO – Lo scrittore pubblica notte insonne (Grasset), dove parla della sua malattia segreta, l’insonnia. Un monologo interiore in cui parla del rapporto con il padre, della letteratura e dell’estrema sinistra. Secondo lui oggi l’antisemitismo proveniente da questo campo è più pericoloso di quello dell’estrema destra.
Bernard-Henri Lévy pubblica Nuit blanche (Grasset).
IL FIGARO. – In questo libro scopriamo un aspetto poco conosciuto della tua personalità: sei insonne. Perché non dormi?
Bernard-Henri LÉVY. – Questa è una domanda a cui nessun insonne può rispondere. Oppure sarebbe guarito. C’è una misteriosa – e dolorosa – incapacità di lasciarsi andare, di staccarsi dalla realtà, di interrompere…
In che modo l’insonnia ha plasmato la tua personalità?
Meno abbandono. Pochi sogni. Una presenza nel mondo più febbrile, più intensa. Mi piace la consapevolezza, la vigilanza, essere attento alle cose e agli altri. Non ho aspettato che il risveglio fosse sveglio! Emmanuel Levinas, che è stato il mio maestro, lo dice: la coscienza etica, la preoccupazione per gli altri, sono sempre insonni!
Hai menzionato a “fratellanza degli insonni”, soprattutto tra gli scrittori. Che legame fai tra insonnia e letteratura?
Lo stesso vale per l’etica. Gli scrittori che ammiro sono spesso persone a cui non piace…
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