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Australian Open 2025: “Raggiungere la Top 30 o meglio…” Quello che manca a Hugo Gaston del Tolosa per fare un passo avanti nella sua carriera

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l’essenziale
Battuto dall’inizio a Canberra e Adelaide prima di iniziare gli Australian Open, il nativo di Tolosa (76esimo al mondo, 24 anni) dovrà essere più offensivo per sperare di raggiungere un livello, secondo il suo allenatore, Younes El Aynaoui.

Younes El Aynaoui non ha inventato nulla e le righe che seguono erano già trapelate dalle parole di Marc Barbier dal lungo tempo in cui si prendeva cura di Hugo Gaston. Solo che gli anni passano e comincia a emergere il sentimento di urgenza in vista di grandi ambizioni. L’allenatore marocchino fa il punto: “Hugo in generale si è stabilito da 2-3 anni tra il 50° e il 100° posto del mondo”.

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Tuttavia, a volte ne esce ancora per mancanza di costanza, i suoi grandi tornei dell’anno scorso si contano sulle dita di una mano (finale a Kitzbühel, semifinale ad Anversa e quarti a Lione nell’ATP 250; successo a Lione nel Challenger). . Younes El Aynaoui continua: “Dato che Hugo non ha un grande tiro ed è spesso minacciato al servizio, spende molte energie per avere grandi settimane, per difendere, per contrastare, a volte per giocare lontano dalla sua linea. Se ne va ha molta forza lì e questo gli impedisce di raggiungere la Top 30 o meglio, questo richiede cambiamenti essenziali.

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Fabrice Santoro, il modello da seguire

Con il suo talento, la sua mano, la sua creatività, Hugo Gaston può ancora disputare diverse stagioni al suo livello attuale, facendo buchi in classifica un paio di volte all’anno e allo stesso tempo inondando la tela di punti incredibili per mantenere la sua leggenda da giocatore. Il suo allenatore punta piuttosto a una rivoluzione: “Fabrice Santoro è stato capace di una metamorfosi nel bel mezzo della sua carriera. Faceva solo giri, è diventato un attaccante per raggiungere la Top 20 (17°). Vorrei che Hugo facesse così . ispira, conquista i punti in due-tre tiri, va verso la rete. Lavoriamo molto tatticamente su questo in questi giorni.

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Anche se ora ha sede a Parigi, Hugo Gaston ha svolto la sua preparazione presso i tribunali federali del CNE vicino al Roland-Garros e si è avvalso di un preparatore fisico a tempo pieno, Hicham Messadia, “che per un certo periodo ha collaborato con Caroline Garcia”, dice El Aynaoui. Il suo staff c’è, il resto dipende da lui: “Hugo perde spesso contro ragazzi che picchiano forte, prendono tanti rischi, questo è successo anche la settimana scorsa a Canberra contro Watanuki (374°). lui, allontanarlo dai suoi automatismi di conforto Dovrebbe poter dimenticare la classifica per qualche mese, accettare di giocare meno bene per padroneggiare questo nuovo stile provandoci che dia una palla neutra da accendere dietro.”

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A questo livello, dove le comodità sono fragili, il circuito è crudele e una spirale di sconfitte porta automaticamente al declino della classifica e chiude le porte a tornei importanti. Hugo Gaston dovrà trovare un equilibrio tra la quotidianità e la proiezione per sognare in grande. Intanto convince Younes El Aynaoui del suo investimento: “Conoscevo ragazzi come Pioline, Bruguera e Sampras che non forzavano molto in seduta ma erano sempre al massimo in partita. Hugo è un po’ lo stesso. Ho capito che lo voleva ancora, che non stava tradendo.”

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