SASSUOLO. A 40 anni dalla nascita di “A muso duro” e a 20 dalla scomparsa di Pierangelo Bertoli, Rita Pavoneuna delle cantanti più stimate in Italia e all’estero che con i suoi 60 anni di carriera ha fatto la storia del panorama musicale e televisivo, torna a sorpresa sul palco. Domenica 12 gennaio, alle 17 sarà al teatro Carani di Sassuolodopo una lunga assenza con un talk musicale inedito dal titolo: “A muso duro. Un piede nel passato e lo sguardo nel futuro”.
Prima lo show su Rai Uno
Lo spettacolo di Sassuolo era inizialmente previsto per questa sera (sabato 11 gennaio), ma Rita ha chiesto di poterlo rinviare a a causa della sua partecipazione allo spettacolo televisivo che debutta in prima serata su Rai Uno “Ora o mai più” condotto da Marco Liorni. Si tratta dello show in cui 8 cantanti protagonisti di successi musicali tanto intensi quanto brevi si rimettono in gioco per contendersi la vittoria davanti alla grande platea televisiva, affiancati da altrettanti coach, scelti tra i protagonisti della storia della musica leggera italiana. Lo show andrà in onda fino al primo marzo (con la pausa della settimana di Sanremo). Gli otto concorrenti sono: Antonella Buccinome d’arte di Antonietta Buccigrossi; Carlottanome d’arte di Carla Quadraccia; Pierdavide Carone; Loredana Errore; Anonimo Italianopseudonimo di Roberto Scozzi; Pagaall’anagrafe Pacifico Settembre; Matteo Amantia e Valerio Scanu. Gli otto coach saranno: Alex Britti, Gigliola Cinquetti, Riccardo Fogli, Marco Masini, Rita Pavone, Patty Giusto, Raf, Donatella Rettore.
Lo spettacolo a Sassuolo
Un progetto in cui l’artista esplora le tappe chiave della sua carriera attraverso reinterpretazioni acustiche dei propri brani, curate da Riccardo Bertuzzi alla chitarra e Fabio Gangi al pianoforte. Ma ad accompagnare la Pavone sul palco ci sarà anche Carlo Massarini, giornalista e critico musicale, che con i suoi programmi di culto ha fatto la storia della radio e della Tv italiana.
Rita Pavone, ancora una volta ha sorpreso tutti.
«Io amo, io adoro mettermi in gioco! Mi piace spiazzare il pubblico, dargli quei brani che ha amato e che si aspetta di ascoltare, però alternandoli ad altri che non si aspetterebbe mai di sentire interpretare da me».
Come mai ha scelto una frase di una canzone di Pierangelo Bertoli come titolo del suo nuovo spettacolo?
«Pensando a un titolo da assegnare a questi live, mi è balenata per la testa la celeberrima canzone del grande Bertoli che è la sintesi di tutto quello che ho in mente di fare: “Un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. Questo succederà nei miei live. Quest’anno compio 80 anni ma mi sento piena di energia e sulla scena mi sento di avere ancora tantissimo da dire, In parte lo spettacolo sarà anche un tributo al grande cantautore sassolese».
A proposito, che effetto le fa andare in scena a Sassuolo, a pochi metri da casa sua?
«Beh, sono contentissima e profondamente emozionata. Non ho mai conosciuto di persona Pierangelo, ma l’ho sempre apprezzato. Conosco invece il figlio Alberto, che non vedo l’ora di abbracciare. Voglio ringraziare lui e la mamma perché mi hanno concesso di utilizzare la frase di una delle canzoni più celebre del cantautore sassolese nel mio spettacolo. Poi francamente sono felicissima anche di tornare in Emilia, terra che amo e terra in cui ho ottenuto i miei primi grandi successi quando mi invitavano a cantare nelle balere o alle Feste dell’unità».
Ci sveli un segreto: ma dove trova tutta questa energia?
«Da sempre la trovo dentro di me perché è dall’età di 17 anni che sto facendo ciò che amo. Quando qualcuno mi dice “Rita, ma vai verso gli 80 chi te lo fa fare di lavorare ancora con questi ritmi”, a me scappa da ridere, perché io ho ancora energia da vendere e infinite cose da dire. Del resto non sono l’unica, ci sono tantissimi artisti che nonostante l’età continuano a lavorare, si guardi il grandissimo Tom Jones per esempio, lui lo dice sempre che dell’età non gliene frega niente. A lui frega solo della musica e di continuare a farla».
Per un periodo della sua vita però si era fermata.
«Sì, è vero. È stato Renato Zero a convincermi a tornare a cantare. Avevo smesso di farlo perché le canzoni che mi proponevano non erano nelle mie corde. Lui, che era stato un mio ballerino nel brano “Il geghegè”, mi disse “Devi tornare”. Io risposi: “Sono 8 anni che non canto, ne parlo con i miei figli”. Ma Renato disse che cantare è come andare in bicicletta. Ho accettato. Cantare mi piace troppo, mi diverto, mi dà gioia».
Cosa ne pensa della musica e degli artisti contemporanei?
«C’è musica e musica. Ci sono artisti emergenti molto bravi, si veda Elodie per esempio o Rose Villain. Poi ci sono artisti affermati come Arisa che io reputo meravigliosa. Ma non mi si parli della musica prodotta con l’autotune. Quella non è musica. Poi come si può mettere nella categoria cantanti coloro che in fin dei conti parlano… che facciano gli attori allora! Non scherziamo per favore, la musica è ben altro. Ci vuole rispetto per ciò che definiamo musica».
Quindi cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole intraprendere una carriera musicale oggi?
«Gli consiglierei di studiare ma soprattutto di ascoltare musica, di tutti i generi e le epoche. Non si può fare musica e non aver ascoltato tutto David Bowie o George Michael o i Beatles, per esempio o … potrei stare qui ore ad elencare cosa è necessario aver ascoltato per fare musica. A partire dalla musica classica. Ma che lascino perdere l’auto -tune e la trap!».
C’è qualcosa che le nuove generazioni di musicisti hanno a disposizione che lei non ha avuto?
«Beh, sicuramente i social. Comunque, senza social ho avuto la fortuna di scalare le classifiche di tutto il mondo. Ogni tanto penso a cosa sarebbe potuto accadere se ci fossero stati i social a quell’epoca. Poi me lo dico da sola: “Rita sei proprio una Boomer!” (ride di gusto)».
Progetti futuri?
«Nell’immediato sono giurata in una trasmissione televisiva già in onda da questo sabato dal titolo “Ora o mai più” che torna su Rai1. Ho accettato di partecipare a questa trasmissione perché lo trovo un ottimo format, che vede in gara 8 artisti “finiti in periferia” come Valerio Scanu, Carlotta e tanti altri altri, offrendogli l’opportunità di tornare alla ribalta».
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