Arrivata su Netflix tra le novità di film e serie del mese di gennaio, “Il Delitto alle Radici” è diventata in poche ore una delle serie più viste sulla piattaforma. E non a caso, la miniserie poliziesca svedese, composta da quattro episodi, riunisce l’ingrediente essenziale per attirare abbonati sulla piattaforma: una trama ben realizzata ispirata a una storia vera.
Adattato dal libro “La svolta: come il genealogista ha risolto il duplice omicidio a Linköping”, scritto da Anna Bodin e Peter Sjölund, “Le Crime à laroot” porta sullo schermo la collaborazione tra un genealogista e un ispettore che, sedicenne dopo il fatto, cerca di risolvere un duplice omicidio avvenuto in Svezia, nella città di Linköping.
“Quando ho letto il libro “The Breakthrough”, sono rimasto colpito dal fatto che dietro questa vasta indagine per omicidio ci fossero destini umani così forti: agenti di polizia che rifiutano di arrendersi, genitori che vogliono risposte e, infine, il genealogista che finalmente abbiamo trovato la soluzione”, ha detto a Netflix Peter Söderlund, lo sceneggiatore.
Uno dei casi penali più famosi in Svezia
Questa è una delle notizie più famose e importanti in Svezia. Il 19 ottobre 2004, nella città di Linköping, Mohammed Ammouri, 8 anni, è stato accoltellato mentre andava a scuola. Testimone della scena, Anna-Lena Svensson, 56 anni, ha tentato di intervenire ed è stata a sua volta uccisa. Sul posto la polizia ha raccolto diverse prove: tracce di DNA, l’arma del delitto e un cappello insanguinato. Invano non è possibile identificare il colpevole.
Quindici anni dopo, grazie a nuovi metodi che consentono di incrociare i profili del DNA con i dati elencati sui siti di genealogia online, la polizia è riuscita a trovare legami familiari con il sospettato del duplice omicidio. Chiamato Daniel Nyqvist, fu arrestato prima di confessare i fatti.
Ritenuto colpevole nell’ottobre 2020, è stato condannato, oltre al pagamento di un ingente risarcimento, alle cure psichiatriche a tempo indeterminato. Per giustificare i suoi crimini, lo svedese ha detto alla corte di aver ascoltato le voci nella sua testa che gli ordinavano di uccidere.
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