Cinque anni fa, l’11 gennaio 2024, la Cina annunciava la prima morte ufficiale a causa dell’epidemia di coronavirus: un uomo di 61 anni, di cui non è mai stato rivelato il nome, che aveva visitato il mercato di Huanan, a Wuhan, considerato la prima fonte dell’epidemia.
Da allora, il Covid-19 ha ucciso 6,9 milioni di persone in tutto il mondo, secondo i dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Cifre che restano sicuramente ben al di sotto della realtà, stima l’agenzia globale, che spiega di basare le sue stime sul numero di decessi dichiarati per paese. Questi dati dipendono quindi dalle comunicazioni ufficiali del governo, la cui trasparenza varia notevolmente.
Gli Stati Uniti, il Paese più colpito
Secondo il portale statistico Statista, che si basa sugli ultimi dati dell’OMS pubblicati alla fine del 2023, la Cina ha segnalato più di 121.000 decessi dall’inizio dell’epidemia nel dicembre 2019, mentre gli Stati Uniti hanno comunicato un bilancio dieci volte superiore. più alto, con 1.127.000 decessi registrati durante la pandemia.
Gli Stati Uniti sembrano quindi essere il Paese più colpito dal Covid-19, seguiti dal Brasile con 700.000 morti, dall’India con 500.000 morti, dalla Russia con quasi 400.000 morti e dal Messico che registra più di 300.000 morti.
Sul versante europeo, sempre sulla base delle dichiarazioni nazionali dell’OMS, il Regno Unito è il paese più in lutto del continente in termini di numero assoluto di morti, con oltre 228.000 decessi. Anche l’Italia è stata colpita duramente con 191.000 morti, seguita da Germania (175.000) e Francia (168.000).
Rispetto alla popolazione complessiva di ciascun Paese, se si considera il numero di morti per milione di abitanti, Ungheria, Bulgaria e Bosnia sono i Paesi europei che hanno pagato il prezzo più pesante. Nel continente americano, il Perù è davanti a Stati Uniti e Brasile.
Un drastico calo dell’aspettativa di vita in tutto il mondo
Gli anni più mortali sono stati, non a caso, quelli di inizio pandemia: il 2020 e il 2021. Secondo l’OMS, in questo periodo il Covid-19 figurava tra le prime cinque cause di morte in tutto il mondo, ad eccezione del Continente africano e regione del Pacifico occidentale.
L’ultima edizione delle Statistiche sanitarie mondiali dell’OMS, pubblicata nel 2024, ha evidenziato che in soli due anni, tra il 2019 e il 2021, le ondate epidemiche di coronavirus hanno cancellato quasi un decennio di progresso nell’aspettativa di vita.
L’aspettativa di vita è diminuita in tutto il mondo di 1,8 anni attestandosi a 71,4 anni, tornando al livello del 2012. Il rapporto mostra che gli Stati Uniti e il Sud-Est asiatico hanno continuato a essere i più colpiti da questo fenomeno, con un calo dell’aspettativa di vita di circa 3 anni. questo periodo.
Una malattia che resta più mortale dell’influenza
A cinque anni dalla sua comparsa, anche se il Covid è diventato meno pericoloso, con la variante Omicron dominante, le autorità sanitarie avvertono che la malattia resta più letale dell’influenza. Per la stagione invernale 2023-2024, Public Health France ha studiato le cause di morte indicate nelle notifiche inviate dai medici di base e ha scoperto che il Covid-19 ha causato tre volte più morti dell’influenza.
Oggi le forme gravi colpiscono soprattutto gli anziani. In Francia la copertura vaccinale per gli over 65 è stimata al 30,2%. Nel luglio 2024, l’OMS ha invitato le persone a continuare a vaccinarsi, spiegando che il Covid stava ancora uccidendo 1.700 persone a settimana in tutto il mondo, ovvero più di 88.000 morti all’anno.