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decine di famiglie si ritroveranno per strada

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La notizia è stata annunciata loro in dicembre da un ufficiale giudiziario, smorzando così lo spirito vacanziero di decine di famiglie di Laval-des-Rapides.

Entro il 30 giugno, gli inquilini dei quattro condomini lungo Cartier Boulevard West – di fronte all’omonima piazza – dovranno trovare nuovi alloggi.

Tra questi, anziani e famiglie a basso reddito che risiedono lì da più di 30 anni.

Demolizione

Il presidente e azionista della società numerata proprietaria dell’edificio, Gardy Boucicaut, intende demolire le 64 unità abitative costruite nel 1974 nell’ambito di un intervento di riqualificazione residenziale, che porterà a un totale di 160 unità abitative distribuite su due edifici di 6 piani.

“Gli edifici interessati non sono soggetti alla normativa sulla demolizione [qui protège les immeubles patrimoniaux]i certificati di autorizzazione che ne consentono la demolizione sono stati rilasciati”, conferma Nesrine Saci, consigliere per le relazioni pubbliche, aggiungendo che “il Comune non ha il potere di impedire a un proprietario di demolire un edificio che gli appartiene, a meno che non si tratti di un edificio storico.

Quanto alla moratoria triennale sugli sfratti, adottata dal Quebec lo scorso giugno per proteggere gli inquilini più vulnerabili del Quebec, questa non si applica in caso di demolizione.

Opinioni contestate

Detto questo, il signor Boucicaut, che ha rifiutato la nostra richiesta di intervista, dovrà comunque ottenere l’approvazione del Tribunale Amministrativo per l’Edilizia (TAL) poiché almeno dieci inquilini stanno contestando il loro avviso di sfratto.

A questo proposito, la consulente immobiliare dell’Associazione cooperativa di economia familiare (ACEF) di Laval, Chantal Dubé, sottolinea l’articolo 35 della legge TAL:

Prima di decidere […]la Corte considera lo stato delle abitazioni, i danni causati agli inquilini, le esigenze abitative dell’area circostante, la possibilità di rialloggiare gli inquilini, le conseguenze sulla qualità della vita, sul tessuto urbano e sull’unità architettonica del quartiere, il costo del restauro, la destinazione d’uso del terreno e ogni altro criterio rilevante.

“Il ruolo della Corte è, tra le altre cose, quello di preservare il patrimonio immobiliare in affitto”, sottolinea la Dubé, la cui organizzazione sostiene gli sfrattati nei loro sforzi.

Dal 2020, aggiunge, solo un inquilino ha contestato presso l’ufficio TAL di Laval una richiesta di sfratto legata alla demolizione del suo alloggio. L’avviso proveniva dal curatore di un patrimonio e riguardava un triplex risalente agli anni ’50.

Nonostante tutto, Chantal Dubé teme che questa pratica diventi una tendenza a causa dell’imposizione della moratoria, soprattutto perché esistono programmi di sussidi per incoraggiare la costruzione di alloggi a prezzi accessibili. Il punto verrà discusso anche nel corso di una riunione d’emergenza che l’ACEF terrà martedì prossimo, 21 gennaio, con il Tavolo regionale delle organizzazioni comunitarie indipendenti di edilizia abitativa di Laval (TROCALL).

Carenza di alloggi e risarcimenti

A Laval, il tasso di posti vacanti per affitti bassi (725 dollari e meno) è dello 0,5%. Idem per affitti intermedi inferiori a $ 925. Per quanto riguarda l’affitto medio disponibile, ammonta a 1.650 dollari, ricorda il consigliere, precisando che sono già 1.500 le famiglie in attesa di un alloggio sociale e conveniente presso l’Office municipal de l’habitation de Laval (OMHL).

Fissato ad un minimo di tre mensilità di affitto, l’indennizzo a cui avranno diritto gli sfrattati corrisponde ad una mensilità di affitto per anno di occupazione, fino ad un massimo di 24 mensilità. Una cifra che verrà presto inghiottita dall’aumento del prossimo contratto di locazione, considerando che molti attualmente pagano tra i 500 e i 750 dollari al mese.

“E lo sradicamento? C’è un costo che non consideriamo”, lamenta la Dubé, riferendosi alla “rete di solidarietà” che hanno costruito negli anni e alla posizione vicino a tutti i servizi, strutture e risorse pubbliche, compresa la metropolitana Cartier stazione raggiungibile a piedi, il che significa che non hanno bisogno di un veicolo per spostarsi.

Il Comune si interroga

In una lettera indirizzata alla città di Laval, il 16 dicembre, Amira Abouhafs, inquilina del 296, boulevard Cartier Ouest, ha espresso il suo “sgomento”, chiedendo in particolare lo svolgimento di una “consultazione pubblica su questo tipo di progetti, considerando che, data la situazione impatti sociali che genera.

Non avendo le leve per vietare la demolizione di un edificio non di interesse patrimoniale, il Comune, attraverso la “squadra abitazione” dell’Assessorato all’Urbanistica, si è rivolto all’ACEF e all’OMHL.

“Presto si svolgerà un incontro con l’ACEF per valutare il sostegno che potrebbe essere dato agli inquilini nell’ambito del loro mandato nel comitato casa […] L’OMHL potrà anche mobilitare i servizi del SARL (Servizio di assistenza alla ricerca di alloggi) per guidare gli inquilini nella ricerca di un alloggio”, spiega la consigliera per gli affari pubblici, Nesrine Saci.

Si specifica inoltre che il proprietario-locatore – che possiede altri edifici residenziali – si è impegnato in particolare a ricollocare alcuni inquilini a condizioni soddisfacenti.

Un impegno da prendere con le pinze, hanno reagito gli inquilini incontrati dal Corriere Laval. Secondo loro, ad un vicino il cui affitto ammonta a 1.450 dollari sarebbe stato offerto un affitto allo stesso prezzo, mentre tutti coloro che pagano meno di 1.000 dollari al mese rimarrebbero indietro.

Consulente in difesa dei diritti degli inquilini, la Dubé ha esaminato le 35 decisioni rese dal TAL negli ultimi 3 anni riguardanti altrettante istanze presentate dalla società presieduta da Gardy Boucicaut.

Ventotto (28) hanno presentato richiesta di risoluzione del contratto di locazione per frequenti ritardi nel pagamento del canone, la maggior parte delle quali è stata respinta.

“Vediamo molto chiaramente a modello; una forma di molestia in termini di riscossione dell’affitto per svuotare i propri appartamenti, al fine di evitare di pagare un risarcimento”, lamenta.


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