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“Ci aspettiamo di superare i 10mila casi solo per Bruxelles”

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Da quando il segretario di Stato Nicole de Moor ha deciso di farlo “sospendere temporaneamente” dell’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (anche se obbligatoria), la crisi dell’accoglienza ha assunto a Bruxelles dimensioni senza precedenti. “Ciò ha portato in particolare a un’esplosione nel numero di squat. The Cover Project, collaborazione tra Samusocial e il progetto Lama (sostegno medico-psico-sociale, ndr) fa un lavoro straordinario sugli squat.

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Luoghi strutturali

“Con il governo uscente di Bruxelles c’è stato un cambio di paradigma su richiesta del settore. Prima avevamo pochi posti strutturali durante l’anno e molti che aprivano solo per l’inverno. Adesso è il contrario. “

Bruxelles dispone infatti di 2.625 posti di accoglienza di emergenza gratuiti durante l’anno e due piani li integrano in inverno. Il piano invernale federale che, tramite la Croce Rossa, consente l’apertura di 105 posti da novembre a marzo (90 per le famiglie e 15 per i single) e il piano freddo estremo, a seconda delle condizioni meteorologiche, con 160 posti per gli uomini. Quest’ultima è scattata il 7 gennaio in seguito alle previsioni di un’ondata di freddo. Il piano è attivo per un mese rinnovabile. L’anno scorso durò due mesi. “Evidentemente questo è ancora troppo poco rispetto alle necessità”.

Cosa fare da cittadino?

Alcuni potrebbero essersi già sentiti impotenti di fronte a una persona bisognosa. “Devi chiamare il numero 0800 99 340 (Numero Samusocial disponibile anche senza abbonamento GSM come per i servizi di emergenza). Ma non possiamo dire che una soluzione ci sarà, i posti alloggio sono sempre occupati. Alcuni operatori riservano alcuni posti per un pubblico prioritario (famiglie con bambini, malati, anziani). Ci sono scelte difficili da fare”.

Bruss’help ci ricorda anche che l’inverno non è l’unico pericolo. “Ovviamente il rischio ipotermia è alto ma anche d’estate bisogna stare attenti. Abbiamo persone affette da disturbi mentali o affette da problemi di dipendenza che dimenticano i loro bisogni primari come idratarsi o proteggersi dal sole. Abbiamo già trovato persone che dormivano nel bel mezzo di un’ondata di caldo, in pieno sole, con un’enorme giacca chiusa”.

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