La copertura mediatica del funerale di Jean-Marie Le Pen è stata accompagnata da una serie di controversie. Due sono stati lanciati dai media di estrema destra “Frontières”. La prima riguardava BFMTV, che il sito gestito da Erik Tegnér aveva accusato di aver voluto pagare gli abitanti di Trinité-sur-Mer (Morbihan), per accedere ai giardini e filmare il funerale del cofondatore del Fronte Nazionale.
Un giornalista di “Le Monde” accusato di essersi “infiltrato” nella chiesa per i funerali di Jean-Marie Le Pen
Accuse respinte apertamente dal canale sul suo account X (ex Twitter): “BFMTV nega che i giornalisti del canale abbiano offerto a Trinité-sur-Mer l’affitto di giardini per una visione del funerale di Jean-Marie Le Pen. ha spiegato prima di aggiungere che queste pratiche lo erano “contrariamente a [son] etica giornalistica“. La direzione del canale ha indicato che “si riservano il diritto di denunciare gli autori di queste false informazioni per diffamazione“. Due giorni dopo, martedì 14 gennaio, “Frontières” aggiornava il suo articolo ribattezzandolo così: “Funerale di Jean-Marie Le Pen: un individuo fingendosi giornalista della BFM ha offerto alla gente del posto soldi per filmare dalle loro case“.
In questo stesso articolo, i media affermano che la giornalista di “Le Monde” Ivanne Trippenbach “sono entrati in chiesa nonostante il severo divieto imposto ai media. Ha dovuto essere scortata fuori dall’edificio da Caroline Parmentier, deputata della RN ed ex direttrice stampa di Marine Le Pen.“. Sul set di “TPMP” lunedì 13 gennaio, il fondatore di “Frontières” ha insistito e ha firmato: “Ivanne Trippenbach, giornalista di ‘Le Monde’, si è infiltrata nella chiesa durante il funerale di Jean-Marie Le Pen. Gli altri giornalisti lo sapevano. Nessuno di loro ha denunciato le pratiche dei colleghi: sono tutti amici, si proteggono a vicenda e sono corporativisti!“, ha scritto su X, riferendo la sua apparizione al discorso C8 condotto da Cyril Hanouna.
“Ivanne Trippenbach non ha fatto altro che il suo lavoro”
Un’accusa che ha dato origine a “violenta campagna di molestie sui social network alimentata da diverse falsità“, ha denunciato lunedì 13 gennaio la direzione del quotidiano sul suo sito, in un articolo intitolato: “In risposta a una campagna di cybermolestie contro un giornalista di “Le Monde”“. Il deputato della RN Alexandre Allegret-Pilot, ad esempio, ha scritto su X: “Supporto per Yvanne (sic) Trippenbach. Sto scherzando. Lasciarsi andare. «Chi di spada perisce di spada perisce‘”.
Nel suo comunicato stampa, la direzione di “Le Monde” fornisce la sua versione dei fatti. “Pochi minuti prima della cerimonia, infatti, il capo del servizio stampa della Rn ha invitato il gruppetto di persone fermo davanti alla chiesa ad entrare perché all’interno c’erano ancora posti. La nostra sorella faceva parte di questo gruppo e si è subito identificata con questo leader che ha preso atto della sua presenza… prima di farla uscire dalla chiesa un quarto d’ora dopo“.
“Contrariamente a quanto si continua a dire, il nostro giornalista non ha scattato né foto né video e si è premurato di spegnere il cellulare all’ingresso.“, hanno continuato i vertici del quotidiano, prima di portare la loro”sostegno a Ivanne Trippenbach, che non ha fatto altro che il suo lavoro di giornalista, consistente nel riferire questa giornata“. “’Le Monde’ perseguirà sistematicamente gli autori delle minacce e degli insulti sessisti, antisemiti e razzisti di cui è sottoposto da tre giorni”, conclude la gestione quotidiana.
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