Una petizione – che comincia ad essere ampiamente citata dai media belgi (vedi ad esempio questo servizio su RTL Info) – è stata appena lanciata per esprimere indignazione per la presenza in un edificio di rue Léopold (malato. 1), a Liegi, due figure dello scultore di Liegi Michel Decoux che rappresentano degli africani, piantatori di tabacco per l’esattezza, essendo una tabaccheria originariamente installata al piano terra dell’edificio.
Ognuno di loro ha un braccio amputato. E non ci volle molto perché alcuni deducessero che si trattasse di una rappresentazione di schiavi con le mani mozzate per ordine del re Leopoldo II.
- 1. 40 rue Léopold a Liegi
Foto: Promeneuse7 (CC BY-SA 3.0)
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Questa interpretazione del tutto assurda dimostra ancora una volta che richieste di questo tipo si basano, nella maggior parte dei casi, su falsificazioni della storia e della storia dell’arte.
L’aver qui rappresentato i coltivatori di tabacco con una mano mozzata è intrigante: viene da chiedersi come potessero piantare tabacco con una mano sola. Queste sculture in terracotta policroma sembrano soprattutto aver subito i segni del tempo, e sembra che la scomparsa delle mani sia dovuta ad un incidente e non alla volontà dello scultore.
Questa, in assenza di una documentazione più precisa sulla storia di queste opere, è un’ipotesi credibile – almeno quanto quella delle mani mozzate – ma non certa. Quel che è certo, però, è che la cronologia è sufficiente a dimostrare l’insensatezza di queste accuse.
Come ricorda l’inventario del patrimonio culturale della Vallonia, questo edificio e le sculture che lo adornano furono costruiti nel 1877.
Sulla base di questa constatazione, abbiamo quindi contattato uno degli autori della petizione, Emmanuel Demez. Quest’ultimo, quando lo abbiamo interrogato sulla possibilità che una scultura del 1877 potesse portare i segni di mutilazioni che potevano essere state effettuate solo a partire dal 1884, non ha nemmeno provato a contraddirci. Non solo ha riconosciuto che queste sculture una volta erano opera delle loro mani, ma che possono essere viste anche in vecchie fotografie (come ha poi dimostrato il rapporto RTL sopra citato – malato. 2).
- 2. Foto antica di una delle due sculture, conservata al
Musée de la Vie Wallonne e riportato nel servizio RTL Info
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Perché allora volerli rimuovere? Perché, secondo la sua ipotesi (non ne ha infatti alcuna prova come ha anche ammesso), le mani delle statue sarebbero state tagliate al momento dell’Indipendenza del Congo da attivisti che si sarebbero opposti a questa indipendenza ottenuta nel 1960. inoltre la strada si chiama “rue Léopold”, che trova “ interpellatore » (sì).
Ma va ancora oltre. Anche se – e questa ipotesi sembra molto poco plausibile e non è suffragata da nulla – gli “attivisti” avessero tagliato le mani alle sculture, perché continuare i lavori e, invece di restaurarle, rimuoverle definitivamente dalla facciata per sostituirle, come chiede, da “ una creazione artistica che celebra la diversità culturale della nostra città e i legami di amicizia che rappresentano la fraternità belga-congolese “. Perché secondo lui, mani mozzate o mani non mozzate, queste opere sarebbero “ offensivo », e « perpetuare gli stereotipi razzisti “. Inoltre, ed è inarrestabile, Emmanuel Demez ha chiesto a un’intelligenza artificiale cosa ne pensasse di queste sculture! Lei avrebbe risposto che anche con entrambe le mani sono” stereotipi razzializzati e denigratori, caricature negroidi, le labbra estremamente prominenti, gli occhi sporgenti, i capelli ricci ».
- 3. Michel Decoux (1837-1924)
Figura del nero1877
Terracotta policroma
Liegi, facciata di 40 rue Léopold
Foto: Quentin Lowagie/
Klow (CC BY-SA 4.0)
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- 4. Michel Decoux (1837-1924)
Figura del nero1877
Terracotta policroma
Liegi, facciata di 40 rue Léopold
Foto: Quentin Lowagie/
Klow (CC BY-SA 4.0)
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Basta guardare le fotografie (malato. 3 e 4) da notare che in realtà queste figure, di ottima qualità, vengono rappresentate come africani, senza alcuna intenzione caricaturale, anzi. Dovrebbero essere mostrati con caratteristiche occidentali? Cosa non avremmo detto sull’appropriazione culturale!
In definitiva, ciò che in definitiva disturba queste persone è che noi rappresentiamo i neri come neri. Viene da chiedersi cosa ci sia di più razzista di così. Ovviamente labbra spesse e capelli ricci, che sono senza dubbio caratteristiche fisiche di molti africani, sarebbero degradanti. È difficile immaginare un’idea più razzista di questa, e più offensiva.
Invece di firmare questa petizione, suggeriamo a tutti di firmare quella, lanciata sulla stessa piattaforma, che si oppone all’assurda rimozione delle sculture su una facciata protetta da un monumento storico.
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