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tuffandosi nell’universo paradossale del maestro surrealista

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In occasione del centenario del movimento surrealista, riesaminiamo questo capolavoro enigmatico ed emblematico del pittore belga. È giorno e notte: strano…

Maestro degli enigmi, René Magritte è stato costruito sul mistero. L’anno in cui aveva 14 anni, perse la madre suicidandosi per annegamento. Non ne parlerà mai, tranne che alla fedele moglie Georgette. Giovane pittore, è sensibile all’avanguardia cubista e futuristaprima di scoprire Giorgio De Chirico nel 1924, anno in cui il Manifesto del surrealismouna rivoluzione estetica che esplora l’inconscio. Chiamato dal gruppo nel 1926, Magritte mantenne rapporti tesi con il suo leader André Breton, fino all’inevitabile scioglimento nel 1947. Perché l’artista trattava il surrealismo a modo suo. Guarda questa casa, questo lampione, tutto sembra normale… tranne quello il giorno e la notte agiscono come una presenza simultanea ! Il pittore corrompe i rapporti tra gli oggetti. A casa sua, l’immagine di una pipa proclama “questa non è una pipa” (Il tradimento delle immagini1929) e di notte il cielo è azzurro! Per quello ? Mistero, ancora… Magritte puro.

Un dipinto di Magritte notevole, perché?

Questo dipinto del 1954 intitolato L’impero delle luci è uno dei gioielli dei Musei Reali di Belle del Belgio (Bruxelles). Esistono 17 versioni ad olio e dieci versioni a guazzo dello stesso tema.realizzati principalmente tra il 1953 e il 1954, che possono essere ammirati al MoMA o al Guggenheim di New York (Stati Uniti). “Ciò che è raffigurato nella tabella L’impero delle luciRené Magritte ha provato a spiegare nel 1956, queste sono le cose per cui ho avuto l’idea, cioè esattamente un paesaggio notturno e un cielo come lo vediamo in pieno giorno. Il paesaggio evoca la notte e il cielo evoca il giorno. Questa evocazione della notte e del giorno mi sembra avere il potere di sorprenderci e deliziarci. Io chiamo questo potere “poesia”.

Magritte crea “immagini mentali”

A Bruxelles, dove si stabilisce definitivamente con la moglie negli anni Trenta, René Magritte non possiede mai un vero e proprio atelier. Dipingeva sempre, tra una passeggiata e l’altra con il suo cane (un Pomerania), nella cucina della loro casa borghese, nella sala da pranzo o in un boudoir adiacente alla loro camera da letto. L’artista coltiva uno stile neutro, preciso e anonimoun’eredità del suo passato pubblicitario, per creare quelle che lui chiama “immagini mentali”.

Un dipinto d’ispirazione

Il poster del famoso film horror americano L’esorcista (1973) strizza l’occhio al capolavoro. Il regista, William Friedkin, ha dichiarato: “Quando ho visto questo dipinto sapevo che dovevo ricrearlo, per la scena in cui il prete arriva vicino alla casa dei MacNeil […]l’atmosfera che ne emanava. Quindi ho scelto una casa affacciata su una strada illuminata dallo stesso tipo di lampione e ho fatto illuminare la scena in modo simile”.

Il dettaglio da non perdere

Si riconosce dalle finestre incorniciate da persiane verdi. Dipingere L’impero delle lucil’artista si è ispirato ad una casa del suo quartiere. Si trovava vicino al parco Josaphat, a Schaerbeek, comune di Bruxelles, non lontano da rue des Mimosas dove il pittore visse dal 1954 fino alla sua morte nel 1967.

Una mostra al Centre Pompidou

Fino al 13 gennaio 2025 il Centre Pompidou, a Parigi, festeggia con la mostra Surrealismo l’anniversario del movimento, nato cento anni fa con la pubblicazione di Manifesto del surrealismo di André Breton.

Le date chiave di René Magritte

1898 Nato a Lessines, Belgio.

1916 È studente presso l’Accademia reale di belle arti di Bruxelles. Ha iniziato la sua carriera come designer di carte da parati.

1922 Lavora come grafico per la casa di moda Norine. Sposa Georgette Berger.

1927 Prima mostra personale alla galleria Le Centaure, a Bruxelles. Si stabilì a Perreux-sur-Marne, in Francia.

1929 Ritorna a Bruxelles, spinto dalla crisi finanziaria, e riprende la sua attività in un’agenzia pubblicitaria.

1936 Riconoscimento internazionale.

1947 Condanna pubblica delle sue idee da parte di André Breton, che “scomunica” il pittore.

1965 Soggiorna negli Stati Uniti per la retrospettiva organizzata al MoMA (New York).

1967 Morì il 15 agosto di cancro al pancreas.

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