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Mostre da non perdere all’inizio dell’anno

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Zéh Palito: Que Se Chama Amor_2022, 162x125cm da Bozar per la mostra When We See Us ©credit: Bozar

Pochi giorni dopo (21-2), sarà presente Bozar Khoros una mostra di Berlinde De Bruyckere con opere degli ultimi 25 anni in cui troveremo il suo modo unico di rappresentare la condizione umana, la sofferenza e l’amore, il dolore e il conforto, la vita e la morte. Le sue opere dialogheranno con quelle di altri artisti, da Lucas Cranach a Pasolini e Patti Smith.

Berlinde de Bruyckere à Bozar: Lost V, 2021-2022 ©unionjackjo*60 credito: Berlinde de Bruyckere et Bozar

A Wiels non vediamo l’ora di scoprire la terza grande mostra tematica (dal 29 al 5). Il museo scomparsonel 2017 e Rischiamo tutto nel 2020. Intitolato Realismo magicoriunirà numerosi artisti le cui opinioni sulle questioni ecologiche e climatiche affrontano tanto le traduzioni estetiche delle nostre relazioni con una “natura” al punto critico, quanto le implicazioni sociali, economiche e scientifiche dell’evoluzione delle nostre concezioni della natura. pianeta.

All’inizio di febbraio Wiels presenterà già il lavoro di Willem Oorebeek (nato nel 1953), artista olandese che vive e lavora a Bruxelles dagli anni ’90 e che esplora forme di rappresentazione e percezione. In contemporanea sarà dedicata una seconda mostra Paolo Nazaret (nato nel 1977 in Brasile) il cui lavoro è creato “camminando”, ancorato al movimento radicale, come attraversare i confini a piedi.

Lo Smak, a Gand, sarà l’evento dal 25 aprile con una mostra Dipinto dopo dipintomostrando come la pittura, lungi dall’essere morta, sia più viva e innovativa che mai con 70 artisti belgi attuali.

La mostra molto bella Una primavera perpetua, i giardini rinascimentalial museo Corte di Busleyden, a Mechelen, prosegue fino al 16 marzo.

“D’ora in poi ogni giorno avrà il suo diluvio”

Lavori in corso

Il 2025 sarà anche il 25° anniversario di Cloacail lavoro rivoluzionario che ha stabilito la reputazione internazionale di Wim Delvoye. La galleria Rodolphe Janssen di Bruxelles celebrerà questo anniversario con una mostra speciale a partire dal 17 gennaio.

Molti luoghi culturali a Bruxelles saranno ancora in costruzione. L’apertura di Kanal e la riapertura del museo di Ixelles non sono previste prima del 2026. A causa dei lavori che inizieranno nel 2025, i musei reali di Belle di Bruxelles non presenteranno nuove mostre. Bozze, iniziato nel mese di ottobre, sarà prorogato fino al 20 aprile. Le squadre lavoreranno ad un nuovo percorso museale dove saranno esposte opere dal XV al XXI secolo.

Nessuna mostra nemmeno al Museo d’Arte e di Storia (Cinquantenaire), ma l’apertura a giugno di due grandi sale con mobili e oggetti d’uso popolari del XIX secolo e in stile Art Nouveau e Art Déco.

Anche la regione di Bruxelles celebrerà l’Art Déco tutto l’anno, come ha fatto con l’Art Nouveau nel 2023, in occasione del centenario dell’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne tenutasi a Parigi nel 1925.

Il museo di Biblioteca reale (KBR) riaprirà il 23 maggio e metterà in risalto la polifonia offrendo un’esperienza musicale nel suo museo in aggiunta alla scenografia esistente, e inaugurerà un ascensore panoramico che collegherà il suo ingresso principale, a livello del Mont des Arts, al suo terrazzo.

Wolfgang Sawallisch, finalmente festeggiato.

Hans Op de Beeck

Ad Anversa, dal 30 gennaio, si celebrerà l’85° anniversario della nascita di Panamarenko, è morto nel 2019. Sono previste mostre al Muhka e al Museo delle Belle Arti (KMSKA) nonché al Centro Culturale Knokke-Heist. Il KMSKA presenterà una selezione di schizzi e oggetti su carta provenienti da collezioni pubbliche e private.

Hans Op de Beeck au KMSKA à Anvers , Il Barcaiolo, 2020 © SABAM Belgio 2024, Studio Hans Op de Beeck

Il museo proporrà (il 22-3), Viaggio notturno D’Hans Op de Beeck. Concepito come un’installazione immersiva, il suo lavoro immerge il visitatore in un paesaggio notturno dove scene scultoree e finzioni visive congelate si susseguono, sospese nel tempo, invariabilmente avvolte in una monocromia di grigio, evocando un universo coperto di cenere.

Sul versante vallone, la mostra Daniele Turner prosegue fino al 6 aprile e sarà seguita dal 18 maggio da una mostra dedicata a Haim Steinbach (nato nel 1944, vive a New York) che ha deciso di ridefinire l’oggetto d’arte attraverso la selezione e la disposizione di oggetti di uso quotidiano su vari supporti espositivi: scaffali, teche, tramezzi o addirittura impalcature.

Al BPS22, mostra dal 1-2, dal Candice Breitz (1972, Johannesburg) che, attraverso le sue fotografie e video, si propone di descrivere e analizzare la sua esperienza di donna bianca al fine di individuare e contrastare i meccanismi della “bianchezza”.

I favolosi tesori del potente cardinale Perrenot de Granvelle

Candice_Breitz al BPS22, immagine dal suo video TLDR ©Courtesy_Goodman_Gallery_London

All’estero, da Hockney a Cimabue

A Parigi le fondazioni private continueranno ad avere il sopravvento. La Fondazione Vuitton presenterà due giganti dell’arte degli ultimi 50 anni: dal 9 aprile al 1 settembre una mostra su David Hockney e successivamente un’altra mostra a cui sarà dedicata Gerhard Richter nell’autunno del 2025.

Dal 5 marzo sarà alla Bourse de Commerce Collection Pinault, una mostra Corpo e animeesplorando la rappresentazione del corpo nell’arte contemporanea. Da Auguste Rodin a Duane Hanson, da Georg Baselitz a Michael Armitage, da Ana Mendieta a Miriam Cahn, da Philip Guston a Marlene Dumas, ecc.

Zanele Muholi, al Commerce Exchange, Lishonile, BellCourt, Seattle, 2019 ©Foto: Zanele Muholi

La Fondazione Cartier per l’Arte Contemporanea prolunga la sua magnifica mostra Olga de Amaral fino al 16 marzo. Poi, alla fine del 2025, si trasferirà nel cuore di Parigi, vicino al Louvre e al Palazzo Reale, in un nuovo grande spazio progettato da Jean Nouvel. Il direttore generale della Fondazione è il belga Chris Dercon.

Il Centre Pompidou chiuderà i battenti per lavori di ristrutturazione da settembre 2025 fino all’inizio del 2030, dopo un’esposizione che sarà dedicata a Susanna Valadon (dal 15-1), ripresa della mostra che il Centre Pompidou-Metz gli aveva già dedicato. E scopriremo ancora la mostra Parigi Nerao come l’Africa avesse i suoi artisti a Parigi nel XX secolo.

Durante la sua chiusura, il Centre Pompidou intensificherà gli accordi con altre istituzioni. E prima con il Grand Palais che riaprirà i battenti il ​​6 giugno con due mostre coprodotte con il Pompidou. Uno è dedicato al trio di Niki de Saint-Phalle, Jean Tinguely e Pontus Hultén (il primo direttore del Centre Pompidou). La seconda sarà dedicata aArte brutaa partire dalla donazione della collezione Decarme. In precedenza, puoi ovviamente visitare la magnifica mostra di Chiharu Shiota che ha appena inaugurato al Grand Palais.

Louis Bosny, un modello attuale di architettura sobria e creativa

Cimabue al Louvre: Maestà dopo il restauro © C2RMF/Thomas Clot

Al Louvre ci aspetta una magnifica mostra su Cimabue e le origini della pittura italiana (22-1).

Al museo Jacquemart-André (14-2), ritroveremo la personalità dal destino straordinarioArtemisia Gentileschi, (1593-1656) una delle rare artiste dell’epoca che riuscì a guadagnarsi da vivere con la pittura, grazie al suo successo internazionale.

A Orsay, il museo offrirà un dialogo unico tra l’opera attuale del brasiliano Luca Arruda (nato nel 1983) e i paesaggi di Claude Monet. Al Museo dell’Orangerie, mostra Nell’oscurità. Un’altra visione dell’arte, dal 1945 ai giorni nostri proporrà (30-4), una nuova lettura di un aspetto importante della creazione moderna e contemporanea. David Claerbout, esporrà all’Orangerie “in contrappunto” (12-3).

Il Museo Picasso metterà in evidenza (18-2), Arte degenerata o il processo dell’arte moderna sotto il nazismo.

Ritorna a Matisse (4-4) al Museo d’Arte Moderna di Parigi con una nuova prospettiva: il modo in cui Matisse guardava la figlia maggiore Marguerite Duthuit-Matisse. Contestualmente sarà dedicata una mostra Gabrielle Muntercompagno di Kandinsky.

Eugenio Boudin, “il padre dell’impressionismo” sarà sotto i riflettori al museo Marmottan-Monet (9-4).

A Lille, il Palais des Beaux-Arts evocherà il Feste e celebrazioni fiammingheBrueghel, Rubens, Jordaens (26-4). Uno dei curatori è Sabine Van Sprang dei Musei Reali di Belle Arti di Bruxelles.

Al Louvre-Lens una mostra (26-3) parlerà di “L’artista e il ruolo dell’abito”De Dürer fino ad oggi.

A Marsiglia, al Mucem, una mostra di Laura Prouvost (1-4) sotto un titolo che gli si addice così bene: Il forte reincantato.

Al Centre Pompidou-Metz (25-1), la mostra Dopo la fine. carte per un altro futurocercherà di mettere in discussione, con 40 artisti, la narrativa occidentale ancorata a un sistema coloniale. E dall’8 maggio, in occasione del 15° anniversario del Pompidou-Metz, non mancheremo Maurizio Cattelan invitato come curatore rivisitando le collezioni Pompidou nel suo modo certamente iconoclasta.

Da giugno 2025, Aix-en-Provence organizza un grande evento Paolo Cézannecon l’apertura al pubblico della restaurata bastide Jas de Bouffan, dove il pittore visse e dipinse per 40 anni.

Bas Smets a Venezia

La prossima Biennale di Architettura di Venezia si svolgerà dal 10 maggio al 23 novembre. La Comunità fiamminga rappresenterà il Belgio nel progetto Costruire biosfere guidato dall’architetto paesaggista Bas Smets con la bioingegnere Valérie Trouet e il neurobiologo Stefano Mancuso con cui Bas Smets collabora da anni sulla conoscenza delle piante. Il progetto esamina l’impatto dell’intelligenza naturale delle piante sull’architettura o “come l’intelligenza vegetale può essere la forza trainante di un edificio.

Thomas Schütte Blues Men, 2018 © Courtesy l’artista e Peter Freeman, Inc. New York/Parigi Foto: Nicholas Knight Thomas Schütte, di SIAE 2024

Sempre a Venezia, a Palazzo Grassi (6-4), Tatiana ritrovata trasformerà l’interno del Palazzo in un vasto labirinto di spazi fisici e immaginari, popolati da sculture e disegni in cui il mondo interno ed esterno si confondono e dove convergono ricordi, sogni e proiezioni.

La Punta della Dogana présentera (6-4) Thomas Schütte il cui lavoro guarda con preoccupazione e ironia alla condizione umana mescolando tecniche e generi.

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