È quanto ci rivelano i risultati della Direzione generale per la prevenzione dell’AIDS (DGPS) in collaborazione con il Centro di cure ambulatoriali (CTA) di Tchibanga e il Comitato provinciale per la lotta contro le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) di Nyanga, nel quotidiano dell’Unione di questo giovedì 2 gennaio 2024. Sembra che durante la campagna di screening dell’HIV/AIDS, 17 nuovi casi siano risultati positivi, su 685 persone registrate.
Il Gabon è fermamente impegnato nella lotta contro l’HIV/AIDS. È in quest’ottica che durante il mese di dicembre dedicato a questa causa si sono svolte diverse attività in tutto il Paese. Sembra che per l’anno 2024, nelle città di Mayumba e Tchibanga, un totale di 685 persone abbiano preso parte al test volontario dell’HIV/AIDS. Tutto ciò ha permesso all’équipe della Direzione generale della prevenzione dell’AIDS di scoprire 17 nuovi casi positivi all’HIV.
I dati invitano alla vigilanza
Secondo il direttore generale delle statistiche e degli studi, i 17 nuovi casi positivi all’HIV registrati sono soprattutto donne. « dei 685 volontari che hanno preso parte allo screening, 488 provenivano da Tchibanga dove sono stati rilevati 13 casi positivi. Gli altri sono a Basse Banio, ovvero 4 nuovi casi di sieropositività » ha confidato Diaba Mouissi Fernand sulle colonne dell’Unione. Di fronte a questi dati allarmanti, le autorità sanitarie non hanno mancato di esprimere il desiderio di ridurre il tasso di diffusione dell’HIV/AIDS nella provincia di Nyanga che dal 2022 è la provincia con il tasso più alto secondo l’indagine demografica e sanitaria del Gabon ( EDS) per l’anno 2022.
Una situazione che testimonia la mancanza di contraccettivi e la scarsa consapevolezza delle popolazioni nei confronti di questa piaga mondiale. Per rimediare a questo, le squadre delle autorità sanitarie hanno distribuito più di 25.000 preservativi nelle due località. Si tratta di 7.500 preservativi a Mayumba e 18.300 a Tchibanga. Al termine di questa carovana di screening, le popolazioni locali non hanno mancato di esprimere la loro gratitudine per questa iniziativa salutare e in linea con l’ONU che desidera debellare questa pandemia entro il 2030.
Josée Biloghe, giornalista tirocinante
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