Ly Vovanna: Ranoch ha visitato Angkor
La fotografia può, a volte, permetterti di visualizzare sogni e fatti che non sono mai esistiti. Questo è quello che ha chiesto Ly Sovanna per la sua serie, la primissima delle sue proposte fotografiche e da lui intitolata Ranoch ha visitato Angkor. “Ranoch” si riferisce ad un periodo in cui la luce della luna diventa sempre più debole di notte e Ly Sovanna, nato nel 1979 nella provincia di Kampong Cham e cresciuto nella provincia di Kampong Thom, lo collega alla morte di sua madre , che perse quando aveva 13 anni prima di diventare orfano l'anno successivo. Entrambi avevano sognato di andare insieme a visitare Angkor Wat, di cui lei gli raccontò: “ Angkor Wat è magnifico e ha molte sculture e bellissime Apsara. Per il resto della nostra vita, se visiteremo Angkor Wat anche una sola volta, sarà una grande benedizione. “. Non avendo la vita permesso questa visita, il professionista della comunicazione l'ha realizzata utilizzando la fotografia.
Tuttavia, fino a poco tempo fa, la fotografia non era la modalità espressiva di Ly Sovanna. Dopo aver conseguito la laurea in informatica nel 2003, è stato responsabile, fino al 2009, dei media cattolici per l'Ufficio nazionale cattolico per le comunicazioni sociali della Chiesa cattolica in Cambogia, nonché giornalista. Dal 2005 al 2009 è stato corrispondente di UCANEWS in Cambogia. Dal 2009 Sovanna è responsabile della diffusione delle informazioni per l'Ufficio nazionale cattolico per le comunicazioni sociali in Cambogia. Dal 2009 al 2014 è stato membro del consiglio direttivo di SIGNIS ASIA (SIGNIS è l'Associazione Cattolica Mondiale per la Comunicazione). Dal 2014 al 2017 è stato vicepresidente di SIGNIS ASIA. Sebbene fosse molto interessato alla fotografia, è stato solo nel 2024 che si è unito al Nimith Art Space di Mak Remissa dove ha sviluppato questo progetto ad Angkor.
Per permettere alla madre di visitare i templi per immagini, ha invitato le colleghe, donne che, da sole, posano tra le rovine, passeggiano, contemplano bassorilievi, si inseriscono nella geometria di una porta, incontrano turisti, posano con la caratteristica architettura sullo sfondo le tre torri del tempio di montagna, unico monumento a figurare su una bandiera nazionale. E, in modo del tutto naturale e in perfetta sintonia con il titolo della serie, la luna piena invita al viaggio e disegna la sagoma del visitatore e quella delle maestose rovine. Ma l'immagine di queste giovani comparse è il più delle volte sfocata o mossa per evitare di renderle troppo presenti. La fotografia può reinventare la percezione del mondo o farci vedere ciò che non esisteva ma non può riportare i defunti in mezzo a noi. La scelta del bianco e nero fa parte di questa volontà di non confrontarci con immagini eccessivamente realistiche. Non sono fantasmi, ma nemmeno realmente umani, solo presenze per sognare oggi un passato ieri impossibile.
Cristiano Caujolle
Mostra al Bophana Center dal 21 novembre al 23 dicembre 2024
https://bophana.org/fr
www.photophnompenh.com
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