Fino a febbraio 2025, il Museo delle Belle Arti di Tours dedica una mostra temporanea al ritratto, dalle sue origini nell'antichità fino al mondo di oggi con l'ascesa del selfie.
La ritrattistica è un’arte tutt’altro che nuova. Nell'antichità era riservato a un'élite: solo gli imperatori, i consoli romani o gli eroi potevano pretendere di essere rappresentati, da artisti tanto talentuosi quanto rari per l'epoca. Durante il Rinascimento, la ritrattistica si aprì alla nobiltà e alla borghesia, che potevano promuovere la propria immagine e mostrare la propria ricchezza e potere durante la loro vita.
Nei secoli XVIII e XIX la ritrattistica divenne un business. Basta essere un po' ricchi per farsi disegnare o dipingere da soli o con la famiglia, per darsi importanza di fronte al nobile o al grande borghese. Poi posiamo con l'abito della domenica, ben vestiti, e posiamo a lungo.
Poi arriva l'arrivo della foto. E anche se nel mondo si contano 100 milioni di selfie al giorno, il ritratto è ancora lì per mostrarsi, per presentarsi, per promuoversi personalmente.
È questa storia che scopriamo attraverso la mostra della Touraine: 166 opere in 2 gallerie. Potrete notare in particolare un ritratto a figura intera e più grande del naturale dell'imperatrice Eugenia o una parete piena di ritratti misti, di tutti i tipi e di tutte le epoche: nobili, gente comune, bambini, stelline, ecc. Galleria che puoi completare con il tuo viso grazie ad uno specchio sapientemente posizionato.
La mostra è anche l'occasione per scoprire l'aspetto di molti personaggi locali, che spesso evocano più i quartieri di Tours che i personaggi storici. Tra questi possiamo scoprire Trousseau, Cartesio, Clocheville, Béranger, Velpeau, Laloux.
Infine, da scoprire, un sorprendente autoritratto di Louis Joseph César Ducornet, che dipingeva letteralmente con i piedi.
Pasquale Montagne
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