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Kinshasa: “Parcours de l’eau”, la mostra fotografica di Arsène Mpiana che ripercorre la sua esperienza

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La terza sala espositiva dell’Accademia di Belle di Kinshasa dedica per due settimane una mostra fotografica intitolata “Il viaggio dell’acqua”, UN opera di Arsène Mpiana, fotografo congolese, che, attraverso la sua arte, ripercorre il suo percorso e la sua carriera, fin dai suoi esordi, lanciando, allo stesso tempo, diverse questioni legate all’identità culturale congolese, alla fotografia, all’utilizzo di quest’arte per la causa della comunità, in particolare negli archivi privati.

Sabato 12 ottobre, sotto una pioggia battente, hanno risposto appassionati di fotografia provenienti da diverse parti di Kinshasa, tutti entusiasti di vedere e seguire la storia di Arsène attraverso “il viaggio dell’acqua”. Sono state esposte centinaia di foto, ognuna portatrice di un messaggio particolare, presentando dall’inizio alla fine i diversi lavori realizzati dall’artista lungo i corsi d’acqua della Repubblica Democratica del Congo e le popolazioni circostanti.

Attraverso questa mostra Arsène va oltre la semplice pratica fotografica. Crea una sorta di frammento riportando le pulsazioni della vita sulle sponde del maestoso fiume Congo. Il titolo Water Journey è l’evocazione del proprio percorso esistenziale attraverso la vita quotidiana delle popolazioni locali.

“Il viaggio dell’acqua è una metafora che significa semplicemente progressione, andare avanti. Ogni successo ha un viaggio e ho iniziato a firmare “viaggio sull’acqua” per significare che sto andando avanti e per ricordare a me stesso che sto progredendo”, spiega l’autore.

E per aggiungere:

“Questa progressione riguarda molto più gli ostacoli che ho incontrato perché guadagnarsi da vivere con un lavoro del genere a Kinshasa non è affatto facile. E io avevo cercato un orientamento molto più autoriale, orientato alla ricerca, non era commissionato, facevo di meno e dovevo vivere nonostante questa ricerca, nonostante questi impegni, nonostante questi progetti personali”.

Arsène Mpiana: 5 anni vengono raccontati, la foto è esposta

Con la sua personalità selvaggia, il suo occhio di lince, il suo stile molto dinamico e la sua padronanza del campo della macchina fotografica, Arsène Mpiana conosce il momento giusto per premere il pulsante di scatto per catturare e archiviare i momenti della vita e condividere così le sue emozioni, gioia, paura. , dolore e coraggio.

“Credo sia importante che lo Stato pensi all’archivio collettivo ma anche all’archivio privato a cui in particolare il ricercatore, e anche le generazioni future, possano fare affidamento per raccontare le esperienze dei congolesi o il presente. E penso a una questione molto importante che pongo pubblicamente davanti a tutti qui, dove dobbiamo sviluppare una politica di documentazione, archivi privati ​​e pubblici”, continua.

Congolese e originario di Kinshasa, Arsène Mpiana è, a sua volta, fotoreporter, artista e docente all’Accademia di Belle Arti dove ricopre l’incarico di capo del dipartimento di Fotografia; e visiting professor in Foto e Immagine presso l’Università di Scienze dell’Informazione e della Comunicazione (UNISIC ex. IFASIC). Lavora anche come freelance per diversi media internazionali, tra gli altri: Der Spiegel, The New York Times, Jeune Afrique e Libération. Negli ultimi cinque anni è stato anche corrispondente fotografico presso l’Agence Presse. Arsène Mpiana opera in due settori della fotografia: informazione e creazione.

“Ogni buon fotografo è un poeta, un poeta visivo. A differenza del poeta testuale che combina parole cariche di immagini forti, il fotografo utilizza le immagini come veicolo di parole profonde e ineffabili”, suggerisce Henri Kalama Akulez, direttore generale dell’Accademia di Belle Arti.

James M. Mutuba

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