“Abbiamo affittato un appartamento sopra un terreno vuoto, di cui ci siamo innamoratispiega Margaux Fritz. Abbiamo acquistato questo terreno e mi sono rivolto ad un architetto per conoscere tutte le regole urbanistiche prima di progettare la casa. Poi ci ho pensato, ripensato… il progetto è durato cinque anni. » La genesi di Villa Bambi, dal nome della nonna dei bambini, si basava sul desiderio di abolire i confini tra interno ed esterno grazie alle grandi vetrate di 4×3 metri, e vivere al ritmo del sole di Marsiglia. “Mi piace questo rapporto con il mondo esterno, in particolare a Marsiglia”testimonia Margaux Fritz, che progettò la villa interamente vetrata sul fronte e completamente cieca sul retro. “D’estate lasciamo tutto aperto ed è come se vivessimo sotto un cortile. È davvero fantastico, con la piscina molto vicina alla casa e al giardino. »
Tra Mediterraneo e California
Ospitato da “le vecchie ville californiane, tutte aperte da grandi vetrate, dove interno ed esterno si fondono”l’interior designer si è ispirato al Case di studio di casi del dopoguerra, il cui scopo era quello di costruire in modo rapido ed efficiente per ospitare la crescente popolazione degli Stati Uniti. “Passo il mio tempo guardando le immagini di tutti questi architetti”confida Margaux Fritz, tra cui Richard Koenig, Eero Saarinen e Charles e Ray Eames.
Questa ispirazione californiana si unisce a un tocco mediterraneo caro all’interior designer, che ha voluto preservare i materiali locali, come le piastrelle della piscina, una pietra greca progettata a meno di due ore da Marsiglia. “Avere un lato della barca”l’appartamento dispone anche di numerose lavorazioni in legno, come il piano di lavoro laccato “molto lucente, come si può trovare su alcune vecchie barche”. La facciata è stata, con lo stesso scopo, imbiancata. Le finestre, che ne occupano tre quarti, sono state decorate con tessuti colorati. “Volevo rivelare la facciata in modo diverso quando le tende erano chiuse. Quando sono aperti, la casa è bianca e vetrata di trasparenze. Quando li chiudi cambia completamente aspetto. »
IL anni settanta sotto i riflettori
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