Tra il 1980 e il 2022, il numero delle stazioni di servizio in Francia sarà diviso per 4, passando da 40.000… a 11.000! Ad oggi i punti di distribuzione, esclusi i supermercati, sono solo 5.600, di cui 4.100 stazioni indipendenti. Un’erosione che allerta i professionisti, tra cui Francis Pousse, presidente nazionale dei distributori di carburanti e di nuova energia di Mobilians, che si è messo in gioco, dichiarando in particolare “È ora che il governo si svegli (…) L’accesso al carburante diventerà sempre più restrittivo”.prima di specificare i suoi timori per il futuro in questo settore “Con queste crisi oggi c’è uno stufo nel mondo delle stazioni di servizio. Il messaggio è che nel 2030 ci saranno -30% di veicoli fossili, nessuno vuole più investire. Tuttavia, deve rimanere una rete almeno per i vigili del fuoco, le ambulanze, la gendarmeria e affinché il francese medio possa spostarsi”.
Un vero stufo
Dal canto suo, l’esecutivo – che aveva promesso uno stanziamento di 10 milioni di euro (poi diventati 8 milioni) per un piano di transizione delle stazioni di servizio nel nostro Paese – fatica a sostenere lo sviluppo di queste professionalità. Un tema che è quasi diventato un tabù per il governo francese, nell’ambito della promozione dei veicoli elettrici. “Il nostro grande timore è che presto ci siano zone bianche per la distribuzione dei carburanti. Date le attuali difficoltà, in caso di vendita in garage l’acquirente rimuove la pompa. Nel 2023 ci sono state 120 chiusure, nel 2024 sarà lo stesso. L’accesso al carburante diventerà sempre più restrittivo (…) Le stazioni di servizio sono un’attività locale essenziale e dobbiamo aiutarli a diversificare la loro attività in modo che possano essere redditizi”. insiste il signor Pousse.