Dalla scienza alla fotografia
Thomas Peschak era originariamente un biologo marino. Ma capì subito che le foto a volte potevano essere più efficaci di uno studio nel far accadere le cose. Risultato: una carriera impressionante con 18 vittorie nel concorso Wildlife Photographer of the Year e 7 premi World Press Photo. L'anno scorso ha anche vinto il premio come miglior fotoreporter naturalistico del 2024. Non male per qualcuno che fondamentalmente voleva solo condividere il suo amore per gli oceani.
Amazzonia, oceani e biodiversità
Recentemente, Peschak ha trascorso 396 giorni nel bacino amazzonico in una spedizione organizzata con National Geographic e Rolex. Ha esplorato tutto, dai ghiacciai delle Ande all'Atlantico, per catturare immagini mai viste prima di questo ambiente eccezionale, evidenziando le minacce che deve affrontare: pesca eccessiva, inquinamento, deforestazione… Da questa missione è nato un numero speciale della rivista dedicato esclusivamente all'Amazzonia.
Ma il suo lavoro non si ferma qui. Peschak ha fotografato 20 articoli per National Geographic, riguardanti argomenti come le tartarughe marine, il cambiamento climatico in Antartide e la crisi degli uccelli marini. Il suo progetto in Perù, ad esempio, ha confrontato le foto d’archivio di 100 anni fa con quelle attuali per mostrare il drammatico impatto della scomparsa di 230 milioni di uccelli marini in sessant’anni.
Un impegno a lungo termine
Oltre al suo lavoro fotografico, Peschak ha scritto otto libri, tra cui Wild Seas, che celebra la bellezza delle coste selvagge, e Sharks and People, che esplora il rapporto tra esseri umani e squali. È anche direttore dello storytelling per la Save Our Seas Foundation e co-fondatore del Manta Trust. In breve, è ovunque che la vita marina abbia bisogno di essere difesa.
Per Peschak le belle immagini non bastano: bisogna mostrare la realtà, per quanto brutale possa essere. E soprattutto valorizzare le persone che lottano ogni giorno per proteggere questi ecosistemi. Fotografo i luoghi che amo per contribuire a salvarli
ha detto. Un obiettivo chiaro e visibilmente efficace.
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