I critici dibattono attorno a due mostre: la mostra affascinante e quella ricca Figure del Matto. Dal Medioevo ai Romantici al Museo del Louvre che presenta in un percorso corologico più di 300 opere e Giacometti/Morandi. Ancora momenti presso l'unico Istituto Giacometti per confrontare il lavoro di due artisti mai incontrati.
“Le figure dei folli dal Medioevo ai romantici” al Museo del Louvre
Attraverso 340 opere – tra medaglie, miniature, disegni e perfino arazzi – la mostra si propone di esplorare il modo in cui veniva rappresentata la follia dal Medioevo ai Romantici dell'Ottocento. La prima osservazione è che il pazzo è stato rappresentato enormemente. Resta da vedere quale pazzo: il giullare, l'idiota, il pazzo o l'incredulo; la definizione di follia varia nel corso dei secoli e così anche il posto che le viene riservato all'interno della società.
Studiata dalla storia sociale e culturale, l'affascinante figura del pazzo, che faceva parte della cultura visiva degli uomini del Medioevo, raramente lo è stata dal punto di vista della storia dell'arte: eppure tra il Duecento e il A metà del XVI secolo, la nozione di follia ispirò e stimolò la creazione artistica, sia nel campo della letteratura che in quello delle arti visive.
La mostra è aperta al Museo del Louvre fino al 3 febbraio 2025. La mostra è curata da Elisabeth Antoine-König e Pierre-Yves Le Pogam. Il catalogo della mostra è disponibile presso le Editions Gallimard/Musée du Louvre al prezzo di 45 euro.
Opinione della critica:
- Sally Bonn: “L'esposizione è molto ricca nella sua prima parte, copre gran parte del Medioevo dal XIII al XVI secolo che permette di comprendere le figure del pazzo. Poi queste figure vengono attratte dal romanticismo e infine, dal mostra è un po' esaurita, è molto meno ricca e interessante nella sua seconda parte perché il carattere gioioso e politico del pazzo è molto legato al Medioevo e molto meno al Romanticismo. Ci avviciniamo anche alla questione della psichiatria e quindi no più a lungo questa figura un po' 'buffonesca' Per me sarebbe stato necessario concentrare la mostra sul Medioevo per evitare una resa un po' sbilanciata.”
- Sarah Ihler-Meyer: “È una mostra molto interessante per il suo argomento e che mi è piaciuto vedere. C'è un'ampia varietà di pezzi presenti: oggetti comuni di uso quotidiano, ma anche opere rare. Ma questa profusione è tanto la qualità quanto lo svantaggio di questa mostra. Abbiamo una giustapposizione di questi modi di vedere il pazzo nella storia che può perdere lo spettatore. Inoltre, ciò che colpisce in questa mostra sono le variazioni degli affetti: il pazzo è associato all'ironia. celebrazione, ad una dimensione gioiosa e vitale che vediamo scomparire a favore di una dimensione più oscura e minacciosa alla fine del XVIII secolo.”
“Giacometti/Morandi. Momenti immobili” presso l'Istituto Giacometti
Il legame tra questi due artisti non sembra scontato: è tuttavia questo incontro unico quello proposto all'Istituto Giacometti di Parigi. Perché i due artisti sono certamente contemporanei, ma non si sono mai incontrati. Allora cosa hanno in comune Giacometti, lo scultore, ossessionato dalla figura umana, con Morandi, il pittore italiano di nature morte, della semplicità, della semplicità stessa. Almeno come possono rispondersi a vicenda?
Riunendo le collezioni della Fondazione Giacometti con prestiti del Museo Morandi di Bologna e collezioni private europee, la mostra propone un viaggio attraverso le loro carriere dal 1913 al 1965 in tre capitoli: “I familiari”, “Paesaggi e ritratti; Gli anni di ricerca: formazione del linguaggio moderno e, infine, Gli anni del conseguimento.
La mostra è visitabile all'Istituto Giacometti fino al 2 marzo 2025. La mostra è curata da Françoise Cohen. Il catalogo della mostra è disponibile presso Fage/Institut Giacometti al prezzo di 26 euro.
Opinione della critica: a venire…
- Sally Bonn
- Sarah Ihler-Meyer
Clip audio:
- Canzone Orgoglioso e pazzo di te William Sheller
- Archive d’Alberto Giacometti sur l’ORTF en 1963