“Mi occupo di danza da anni”, indica la pittrice Myriam Stroken. “Ciò che mi interessa è l’estetica, il movimento, devo sentire la vita attraverso il dipinto.”In effetti tutti i dipinti, o quasi, mettono quest’arte sotto i riflettori. “Ho una scelta infinita di atteggiamenti ed espressioni”, e quindi emozioni. Perché ciò che conta, come la musica o la poesia, è”suscitare grande emozione in chi la guarda”. Per questo immagina una vera e propria messa in scena.
Myriam Stroken espone per la prima volta alla galleria Au Chevalet. Artista alla Galerie des Tropiques dal 2017, ha esposto anche a Vanuatu (dal 1984 al 1986), in Arabia Saudita (dal 1990 al 1993), in Francia (nel 1994) e a Reunion (nel 2004).
È originaria del nord della Francia dove è cresciuta, influenzata da Johannes Vermeer e dalla sua “La ragazza con l’orecchino di perla”. “Questo pittore mi ha parlato, io stesso sono di origine olandese. Sono rimasto colpito dal suo famoso dipinto. Penso che sia stato lui a darmi la voglia e il gusto di dipingere.”
Un artista autodidatta
Ha imparato attraverso il disegno, la pittura a guazzo e l’olio ad acquerello. Ha imparato tutto da sola. “Sono autodidatta”, ammette. Durante un soggiorno a Vanuatu, la pittura prese sempre più posto nella sua vita. Fu finalmente una galleria a Port Vila a dargli la possibilità, nel 1984, di esporre le sue opere. “Sono venuti a prendermi e da allora è successo di tutto”.
In Polinesia, dove è arrivata nel 1996, non solo ha tenuto mostre collettive e individuali, ma ha anche illustrato una copertina primo giorno per l’OPT oltre a francobolli, libri e cataloghi. Ha illustrato in particolare “Temata”, un opuscolo su una piccola ballerina tahitiana, prodotto dal Centro di Ricerca Educativa e Documentazione della Polinesia nel 2011. La versione cartacea di questo opuscolo non esiste più, ma la versione digitale rimane disponibile.
All’inizio dipinge ciò che la circonda, paesaggi, artigianato… Ma gradualmente si concentra sulla danza e sui ballerini che mette in risalto in modo che “ognuno poi racconta la propria piccola storia”.