“L’oggetto travolgente”, tanto caro ai surrealisti

-
René Magritte, La Mémoire, 1948. Olio su tela, 59 x 49 cm. Collezione della Federazione Vallonia-Bruxelles © Sabam Belgium 2024

Confrontiamo innanzitutto gli scritti di Nougé con i manifesti elettorali, entrambi dotati della stessa forza verbale. Poi il percorso evoca le “civette” e l’influenza del mondo della moda e della sua pubblicità. Magritte ha disegnato per la casa di moda Norine e la pittrice Jane Graverol, una delle protagoniste di questa mostra, si è autoritratto come modella.

Poi evochiamo l’interesse dei surrealisti per la “gente delle fiere”, le fiere,divertimento che alimenterà anche la loro immaginazione. Infine, mostriamo l’impatto sui surrealisti della pubblicità commerciale come quella di una motocicletta Soroléa che decolla in un cielo azzurro già magritteiano.

Se la pubblicità influenzò i surrealisti, avvenne il contrario: i creativi della pubblicità attinsero fortemente all’immaginazione dei surrealisti, spesso con grande sgomento di questi ultimi.

Il grande tuffo nella storia secolare del surrealismo

Il marchio Gesù

Poi è la volta dell’oggetto surrealista che in una vetrina affianca oggetti di Man Ray come il ferro con i chiodi, versione del celebre oggetto di Marcel Mariën L’introvabile (1937): occhiali con aste, per un occhio solo! Marien (1920-1993), il più giovane dei grandi surrealisti belgi con un’opera vasta e coerente, un ribelle che ama soprattutto la libertà. Xavier Canonne, specialista del surrealismo belga, lo vede come un “figlio putativo di Magritte e Nougé”.

Marcel Mariën, Il marchio registrato, 1991. Oggetto, 30 x 35 x 21 cm. Collezione privata ©Andy Simon Studio

Se Magritte è ovviamente molto presente alla mostra, sono gli oggetti divertenti e iconoclasti di Marcel Mariën che emergono come Il vizioso dove una frusta da cucina racchiude un uovo o Marchio registrato, un busto di Gesù che indica il “suo” crocifisso.

Due artiste surrealiste sono particolarmente sotto i riflettori: Jane Graverol i cui dipinti sono, ha detto, come “sogni coscienti” e Rachel Baes che esprime così fortemente il trauma infantile.

Jane Graverol, Le Regard, 1973. Olio su tela, 100 x 80 cm. Collezione privata
Jane Graverol, Le Regard, 1973. Olio su tela, 100 x 80 cm. Collezione privata © Sabam Belgio 2024

L’oggetto surrealista sono anche le maschere mortuarie di Magritte di Napoleone e (con una foto dell’oggetto scomparso) di Pascal che funge da bersaglio per le freccette!

La mostra intende dimostrare che se in Francia André Breton predilige oggetti strani e inspiegabili, Paul Nougé e il surrealismo belga prediligono la sovversione degli oggetti quotidiani.

Gli anni della guerra furono molto difficili per il surrealismo. In mostra è possibile vedere il film del 1942 di Magritte e Nougé, “Incontro con René Magritte”. Nel mezzo della guerra, i due artisti si scatenano un po’ e vediamo un giornale con un articolo su un campo sessista prendere fuoco, una statua inizia a sanguinare, una maschera antigas si affianca a vecchie maschere, e questa scena sorprendente di Magritte aprire un forno dove viene cotto un teschio. Certo, non sapevamo ancora dei forni crematori dei campi di sterminio, ma questa immagine appare come un’involontaria e agghiacciante premonizione.

Nel dopoguerra il surrealismo entrò in crisi ma allo stesso tempo si estese a molti artisti che i surrealisti “puri” spesso rifiutavano. La stessa parola surrealismo si è diffusa in Belgio in tutta la società. La mostra indica come possibili eredi del surrealismo, artisti del Nuovo Realismo, così come della Pop art (con Evelyne Axell), Folon e Broodthaers. Gli artisti incorporano riferimenti a Magritte nelle loro opere e i suoi oggetti personali come la sua bombetta vengono venduti all’asta.

Rachel Baes, La pala d'altare, 1960. Olio su tela, 100 x 81 cm. Collezione Retelet.
Rachel Baes, La pala d’altare, 1960. Olio su tela, 100 x 81 cm. Collezione Retelet. ©Foto: DR

La mostra si chiude con un ultimo ricordo di ciò che può rimanere un oggetto veramente commovente: Painted Graverol La presa della Bastiglia con il muro di una prigione dove una sbarra è diventata un fascicolo, un dettaglio che capovolge tutto, e, accanto, questo slogan di Tom Gutt: “Vota Sade”.

“Surrealismo, sconvolgere la realtà”, Museo delle Belle di Mons, fino al 16 febbraio

-

PREV Pierre Bessagnet ha una macchina fotografica tra le mani da quando aveva 18 anni, esporrà alla mostra Phot-Art di Fleurance
NEXT Titouan Lamazou, da vincitore del primo Vendée Globe a “pittore vagabondo”