Poche ore dopo la morte di Louis Cane, un altro artista figura sulla scena francese degli anni '60 e '70, Daniel Spoerri, famoso per le sue opere Eat Art, è morto il 6 novembre all'età di 94 anni.
Nato nel 1930 a Galați in Romania, è cresciuto in Svizzera, dove è stato primo ballerino dell'Opera di Berna fino al 1957, per poi diventare regista, decoratore e attore teatrale. Fu lì che incontrò Jean Tinguely e artisti Fluxus come Robert Filliou, Dieter Roth ed Emmett Williams. Si trasferisce a Parigi nel 1959, in una piccola stanza dell'hotel Carcassonne dove realizza le sue prime opere partendo da oggetti trovati nei mercatini delle pulci. Nel 1960 firma il manifesto dei Nuovi Realisti, scritto dal critico d'arte Pierre Restany e Yves Klein, insieme a César, Jean Tinguely, Niki de Saint Phalle e Martial Raysse, tra gli altri.
Le opere emblematiche di Daniel Spoerri sono le “tabelle trappola”tavoli contenenti i resti dei pasti che l'artista posiziona verticalmente sulla parete, come un quadro. Si tratta della tovaglia, delle posate e soprattutto di resti di cibo, di bevande nonché di mozziconi di sigaretta fissati sul tavolo. La composizione è lasciata al caso, l'unico gesto dell'artista è quello di spostare il tavolo sulla parete.
Daniel Spoerri estende il concetto di quella che chiama Eat Art ad altri tipi di creazioni. Nel 1963, trasforma la Galerie J in un ristorante in occasione della mostra “723 utensili da cucina”. L'artista invita i critici d'arte a servire i piatti che prepara, creando così “tabelle trappola” sui tavoli, fissati al muro dopo il pasto. Qualche anno dopo apre il Ristorante Spoerri e la Galleria Eat Art a Düsseldorf, dal 1968 al 1972. Oltre a queste opere collettive, l'artista realizza oggetti come prodotti alimentari stampati “opera d'arte” e creazioni con pasta di pane.
Influenzato dai ready-made di Marcel Duchamp e dai collage giornalieri di quadri cubisti, Daniel Spoerri si inserisce nell'idea di un “riciclo poetico della realtà urbana, industriale, pubblicitaria”. Per lui gli oggetti non sono più rappresentati ma presentati. “Non volevo fare arte, volevo dimostrare che anche un tavolo è come arte”spiega in un'intervista. Crea “disingannare l’occhio” che ironizzano sulla nozione di trompe l'oeil nella pittura figurativa. Nel 1961 firmò La docciaun gioco di parole visivo costituito da un dipinto di paesaggio con un getto d'acqua, sul quale posiziona un vero e proprio soffione della doccia.
Il lavoro di Daniel Spoerri non si limita al cibo, sebbene questo materiale sia onnipresente nel suo lavoro. Risolve vari problemi “situazioni oggettuali”come scatole, prodotti di consumo e oggetti più organici (ossa, teschi, bambole), presentati durante la mostra alla Galerie Anne Barrault per il suo 90° anniversario nel 2020. Il critico d'arte Pierre Restany parla delle sue creazioni “nature morte complete di possibilità oggettiva”. La natura morta è particolarmente marcata nelle sue ultime opere, in particolare Corpo a pezzix (1991-1993), una composizione murale composta da armature, protesi e maschere, che ricordano trofei di caccia e di guerra.
L'artista ha beneficiato di un'importante retrospettiva al Centre Pompidou nel 1990 e di una mostra monografica intitolata “Il teatro degli oggetti” al MAMAC di Nizza nel 2021-2022. All'inizio degli anni '90 realizza in Toscana un giardino di sculture, che nel 1997 diventa il Fondazione il giardino di Daniel Spoerridove puoi scoprire le sue sculture insieme a più di cento opere di altri 55 artisti, distribuite su 16 ettari.