Maxime condivide regolarmente le sue foto con più di mille utenti Internet che lo seguono sulla sua pagina FB, Max Photography.
Basta sfogliarlo per rendersi conto di quanto il giovane fotografo sviluppi un rapporto di fiducia con le sue modelle, e soprattutto con le volpi. Max ha trascorso due anni osservando le prime persone che ha visto nella nostra regione e vedendo crescere la famiglia prima di immortalarle sulla scheda di memoria della sua macchina fotografica. Comprendiamo il dolore che provò quando seppe che la sua volpe preferita era stata intrappolata e uccisa da un “guardacaccia”.
Un parco dove gli animali vivono in pace
La foto che illustra questo articolo non è stata scattata qui ma in Italia, nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Dove gli animali non devono temere di essere usati come bersaglio dai cacciatori per la buona ragione che lì la caccia è vietata.
Come scrive il fotografo naturalista: “La più grande minaccia per le volpi è ovviamente rappresentata dagli esseri umani che le cacciano per la loro pelle, per piacere o presumibilmente per “controllare la popolazione delle volpi”. In cattività, questo tipo di volpe può vivere fino a 15 anni mentre la sua aspettativa di vita in natura è solo di 2 a 3 anni! Per fortuna esistono ancora luoghi come l’Abruzzo dove ogni essere vivente ha il diritto di vivere in pace, anche le volpi.”
Inoltre, quando è fatto nel rispetto reciproco, ogni incontro è magico e il riavvicinamento tra due esseri, animale e umano, vuole essere una realtà concreta che vorremmo poter vivere anche a casa. Forse un giorno ci arriveremo sapendo che i parlamentari (valloni) si sono già espressi a favore della protezione delle volpi in Vallonia come avviene nella regione di Bruxelles capitale.
Forse vedremo quindi un proliferare di immagini belle come quella che illustra questo articolo e che dobbiamo a un amico di Maxime, anche lui fotografo di animali, Wennaël Gossart di Hasnon, vicino a Valenciennes.
