CRITICA – Al pittore brasiliano è dedicata una magnifica retrospettiva al Museo del Lussemburgo. L’occasione per tornare sul rapporto tra lo scrittore francese e il mondo dell’arte brasiliano.
Il 6 febbraio 1924, quando Blaise Cendrars sbarcò nel porto di Santos dopo due settimane di traversata a bordo del transatlantico Nelle forme e una breve sosta a Rio de Janeiro, credeva che non avrebbe mai trovato gli artisti brasiliani che lo aspettavano a San Paolo, 70 km più a nord. All’immigrazione, un funzionario gli ha dato problemi a causa della sua mano mozzata. Quale impiego sperava un viaggiatore senza metà della sua forza lavoro in un paese la cui agricoltura richiedeva detenuti, non poeti? Negli ambienti d’avanguardia, l’incidente ha causato un sorriso. Nella prima pagina del Rivista BrasileMario de Andrade, leader del movimento modernista brasiliano dalla Settimana dell’Arte Moderna del febbraio 1922, lo considerava un evento esemplare.
« Il gesto delle forze dell’ordine mi riempie di sincero orgoglio. Allora cosa vengono a fare con noi i mutilati? ? Il Brasile non ha bisogno dei disabili, ha bisogno delle armi. Il Brasile non ha bisogno di souvenir…
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