Scienziati francesi sono riusciti a dimostrare, studiando il microbiota intestinale, che la sensibilità a un additivo presente in molti alimenti trasformati come biscotti, salse o brioches varia a seconda della persona. Un percorso di alimentazione personalizzata.
Utilizzato dall’industria alimentare per migliorare la consistenza e prolungare la durata di conservazione dei prodotti, l’E466, un emulsionante – sodio carbossimetilcellulosa – riduce la diversità dei batteri che compongono la flora intestinale o il microbiota e promuove l’infiammazione intestinale cronica, come dimostrato in studi precedenti.
Queste infiammazioni croniche intestinali potrebbero portare allo sviluppo di patologie caratterizzate dall’infiammazione della parete di parte del tubo digerente (morbo di Crohn, colite ulcerosa), che colpiscono circa 20 milioni di persone in tutto il mondo, riferisce l’Inserm.
Pubblicato lunedì sulla rivista “Gut”, uno studio condotto dal ricercatore dell’Inserm Benoît Chassaing, capo di un gruppo di ricerca dell’Istituto Pasteur, suggerisce che l’emulsionante E466 ha un impatto negativo sul microbiota intestinale in alcune persone ma non in altre, e che sarebbe possibile prevedere la sensibilità di una determinata persona agli emulsionanti alimentari.
Questa sensibilità potrebbe essere osservata, sia in persone sane che in pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche, analizzando la comunità microbica dell’intestino mediante approcci di riproduzione del microbiota in laboratorio e studi metagenomici, tecniche che permettono di studiare in dettaglio il microbiota intestinale.
Resistente o no
Trapiantando il microbiota da un campione fecale umano nei topi, è emerso che alcune persone hanno un microbiota molto sensibile all’emulsionante E466, causando una forte infiammazione intestinale, mentre altre hanno un microbiota resistente a questo additivo alimentare. .
Lo studio suggerisce quindi che sarebbe possibile prevedere la sensibilità di una determinata persona agli emulsionanti alimentari utilizzando l’analisi del microbiota. Chiarire il ruolo dei batteri nella sensibilità agli agenti emulsionanti sarà oggetto di lavori futuri.
Allo stesso modo, restano da esplorare i “meccanismi responsabili delle variazioni di sensibilità tra individui” all’emulsionante E466, nonché “la possibilità di prevedere questo parametro senza esporre (le persone) a questo additivo”, conclude lo studio.