Ridimensiona, invece, consente di modificare le immagini per adattarle a una serie di modelli disponibili, come post o copertine di TikTok, Instagram, Facebook e altri. L’intelligenza artificiale pratica processi di stampa per creare contenuti mancanti (ad esempio nel caso di formati molto allungati), proprio come fanno soluzioni simili trovate in Canva o Adobe Express. Il vantaggio qui è che questo può essere fatto per un gran numero di immagini in un istante, ma la demo sembrava ancora presentare problemi con le fotografie. Infatti, mentre sembra funzionare bene nelle immagini astratte, con le immagini reali si creano distorsioni o artefatti. Bulk Create è solo uno degli strumenti di intelligenza artificiale generativa lanciati da Adobe: nell’annuncio di due giorni fa sono state presentate anche le nuove API Firefly: Dubbing e Lip Sync, InDesign e Digital Avatars.
Il primo ti consente di tradurre e modificare il movimento delle labbra per audio video in 14 lingue diverse, mentre il secondo può formattare automaticamente testo e immagini per la stampa e i media digitali utilizzando modelli predefiniti. Gli avatar digitali sono avatar creati utilizzando descrizioni testuali e registrazioni vocali per presentare video e spiegazioni sui prodotti. Adobe aveva annunciato che mentre Bulk Create era già pronto in versione beta per gli utenti, l’API sarebbe arrivata nelle prossime settimane. Non sono stati forniti dettagli precisi, ma per Bulk Create si è parlato di un costo aggiuntivo “a consumo”, che fa pensare all’arrivo di un nuovo, più costoso piano Adobe Firefly con crediti da spendere. Il problema è che queste nuove funzionalità sono scomparse dal sito Adobe. A due giorni dall’annuncio non ce n’è più traccia e non è chiaro se siano stati lanciati per errore o se Adobe si sia accorta che non erano ancora pronti per il rilascio. pubblico.
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