Pubblicato l’11 gennaio 2025 alle 10:52.
6 minuti. lettura
Sono poco prima delle 10:30. Ed è giovedì 15 gennaio 2015. Un semplice comunicato stampa della Banca nazionale svizzera (BNS) risveglia gli ambienti economici. L’istituto allora diretto da Thomas Jordan ha appena annunciato l’abolizione del tasso minimo del franco rispetto all’euro. Questa misura, introdotta il 6 settembre 2011, ha permesso di fermare il rialzo della moneta svizzera e di mantenere stabile il tasso di cambio tra le due valute: un euro valeva 1,2 franchi.
Lo stesso giorno la Banca nazionale ha tenuto una conferenza stampa per spiegare questa decisione. Ma, in un primo momento, l’incomprensione resta totale. Crolla la borsa svizzera. Ha chiuso con un ribasso di quasi il 9% e l’euro è crollato a 0,85 franchi per poi risalire verso 1,04 a fine giornata.
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