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Una mozione vodese vuole vietare la pubblicità delle bistecche a base vegetale

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“Evita qualsiasi confusione pubblicitaria”

“L’uso abusivo di questi termini utilizzati dall’industria dei prodotti di origine vegetale rischia di creare confusione tra i consumatori e svalutare il lavoro del settore animale”, spiegano i due parlamentari. La mozione si intitola “Ciò che per uno è carne per un altro è verdura”.

“Non si tratta quindi in alcun modo di un dibattito a favore o contro la carne, ma di evitare qualsiasi confusione pubblicitaria”, spiega Marion Wahlen a Keystone-ATS. “L’idea è chiaramente quella di mettere in risalto i protagonisti della carne e dei cortocircuiti, quindi locali, in contrapposizione alla soia che, ad esempio, qui non viene prodotta”, sottolinea il deputato enologo.

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Mozione accolta nel Vallese a dicembre

Più precisa che nel Canton Vallese, la mozione vodese chiede al Consiglio di Stato di proporre al Gran Consiglio un disegno di legge che modifichi quello sulle procedure pubblicitarie (LPR) per vietare, soprattutto negli spazi pubblici, la pubblicità che utilizza termini legati alla carne prodotti di origine animale per citare alimenti senza carne, a base di proteine ​​vegetali. La modifica potrebbe assumere la forma di un nuovo articolo.

L’adeguamento legislativo, auspicato dai proponenti, deve consentire anche di stabilire un elenco di denominazioni il cui utilizzo nella pubblicità sarebbe riservato esclusivamente ai prodotti di origine animale.

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Lo scorso dicembre il Gran Consiglio vallesano ha approvato una mozione volta a vietare la promozione delle bistecche a base vegetale. È stato firmato dagli eletti dell’UDC, del Centro e del PLR. Il testo è stato approvato con 60 voti favorevoli, 48 contrari e undici astensioni. Tocca ora al Consiglio di Stato proporre un progetto legislativo.

Che ne dici dei pomodori “cuore di manzo”?

In contrappunto a questo dibattito, giovedì è intervenuta la deputata ambientalista vodese Valérie Zonca in un editoriale sul 24 oreintitolato “Chi ha paura delle bistecche a base vegetale?” Lei ritiene che “studi recenti dimostrano che i consumatori distinguono molto bene tra prodotti a base di carne e sostituti. Questi ultimi infatti sono spesso etichettati molto chiaramente come “vegetariani” e vengono presentati su scaffali separati nei supermercati.

“Le argomentazioni avanzate nei parlamenti vodese e vallesano sono in realtà più utili per l’industria della carne per lottare contro il nuovo mercato in crescita dei sostituti vegetali, che le mette sempre più in ombra”, hanno eletto i giudici.

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Con una nota più leggera, chiede: “Cosa facciamo con i frutti di mare che non sono frutta? Che ne dici dello stinco di agnello che non è un piatto a base di topi? E cosa fare con il latte di cocco, che non è affatto latte? La spigola è pericolosa per i nostri allevamenti? E l’elenco delle incongruenze alimentari potrebbe essere lungo. Prima di concludere: “Resta da sperare che il pomodoro “cuore di bue” venga risparmiato da questi divieti d’altri tempi”.

La mozione vodese sarà rinviata in commissione, prima di un dibattito in plenaria che si preannuncia vivace.

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