Questo veto presidenziale non è davvero sorprendente. Joe Biden ha solo anticipato una decisione che Donald Trump si era impegnato a prendere al suo arrivo alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti, spesso visti come il simbolo del liberalismo economico, hanno infatti una lunga tradizione di interventismo quando si tratta di preservare i propri interessi vitali.
Antony Blinken ammette che gli Stati Uniti erano “molto preoccupati” per le minacce nucleari di Putin e discute del “doppio gioco” della Cina in guerra
Le crisi degli ultimi anni, pensiamo solo al Covid e alle molteplici conseguenze della guerra in Ucraina, hanno ridisegnato i confini di un mondo dove i concetti di reindustrializzazione, autonomia strategica e protezionismo sono tornati al centro dell’azione dei grandi poteri. Gli Stati Uniti hanno da tempo integrato questa realtà nella loro dottrina economica.
In questo contesto di relativa “de-globalizzazione”, è urgente che l’Europa, a lungo confinata nella posizione di utile idiota del capitalismo globale, si svegli. Di fronte al rallentamento dell’economia, all’erosione del tessuto industriale e a un preoccupante gap tecnologico, il Vecchio Continente deve finalmente prendere in mano il proprio destino. Per rafforzare la sua competitività, rendere più verde la sua economia, investire in settori chiave dell’innovazione ma anche, ove opportuno, per proteggersi da forme di concorrenza sleale o da quelle che minano la sua sovranità economica. Nel settore automobilistico, la questione della sopravvivenza della produzione “made in Europe” è già sollevata di fronte alla concorrenza sleale della Cina. Altre minacce già incombono su altri settori strategici. L’ingenuità non può più essere appropriata.
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