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Il riciclo del rame nel settore in forte espansione delle telecomunicazioni

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Lo sviluppo della fibra ottica spinge ogni anno le società di telecomunicazioni ad accelerare la sostituzione della propria rete di cavi in ​​rame. La vendita di questo oro rosso potrebbe fruttare loro complessivamente 10 miliardi di dollari nei prossimi 15 anni.

La tendenza è inevitabile: lo sviluppo della fibra ottica segna la fine delle vecchie reti via cavo in rame che consentivano lo sviluppo della telefonia fissa e poi dell’accesso Internet ADSL.

In Francia, ad esempio, Orange, proprietaria della rete di cavi in ​​rame, prevede di farlo disattivarlo entro il 2030Lo afferma l’Arcep, l’autorità di regolamentazione delle comunicazioni elettroniche, della posta e della diffusione della stampa. Nel mondo, la maggior parte delle società di telecomunicazioni avrà voltato pagina riguardo al rame entro il 2035, secondo la società Analysys Mason, citata dal Tempi finanziari.

L’anno scorso, secondo i dati, la rivendita del rame ha fruttato 720 milioni di dollari TXTazienda che aiuta gli operatori a riciclare i metalli. Nel giro di 15 anni, il guadagno che riceveranno i gruppi di telecomunicazioni è stimato a 10 miliardi di dollari.

Questo però non significa il jackpot. Diversi operatori affermano addirittura di realizzare un profitto irrisorio a causa della complessità del processo di estrazione del rame dai cavi, prima di riciclarlo per ottenere una materia prima da poter nuovamente commercializzare.

Riciclaggio complesso ma in aumento

Anche se l’operazione è costosa, si prevede che il prezzo del rame aumenterà nei prossimi anni, e questo non è sfuggito all’attenzione di chi ha già intensificato gli sforzi di riciclaggio, come l’azienda americana AT&T.

L’industriale annuncia di aver estratto e rivenduto più di 32.000 tonnellate di oro rosso dal 2021. Lungo l’elenco di chi ha intrapreso la stessa strada: possiamo citare la svedese Telia, che annuncia di aver già ricevuto 25 milioni di euro attraverso la rivendita del rame dei suoi cavi, o la norvegese Telenor, che spera di recuperare 68 milioni di euro nei prossimi anni secondo Tempi finanziari.

Questo rame riciclato si aggiunge all’offerta mineraria esistente un mercato destinato a restringersi nei prossimi anni. Poiché conduce l’elettricità come nessun altro metallo, il rame è un componente chiave delle batterie dei veicoli elettrici e quindi direttamente associato alla transizione energetica.

L’industria potrebbe aver bisogno del 70% in più di rame entro il 2050 rispetto al 2021, raggiungendo i 50 milioni di tonnellate all’anno, secondo il gruppo BHP. Ma a causa della mancanza di investimenti minerari sufficienti negli ultimi anni, deficit di rame potrebbe arrivare prima del previsto.

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