Mentre la Japan Airlines ha subito un attacco informatico il 26 dicembre che ha ritardato un numero significativo dei suoi voli della giornata, è stato rivelato l'esito di un caso che ha fatto crollare una piattaforma di scambio di criptovalute giapponese, coinvolgendo la Corea del Sud.
Nel maggio 2024, la piattaforma di scambio DMM, specializzata in criptovalute, ha denunciato un furto di bitcoin, per un valore record di 305 milioni di dollari. L’azienda non si riprese, chiudendo i battenti un mese dopo, nonostante un prestito di 367 milioni di dollari concesso per cercare di ricostruirsi: i clienti bruciati dalla colpa e la perdita secca non sarebbe tornata, spingendo l’azienda al fallimento.
Ed è così in questo mese di dicembre che apprendiamo di più su questa vicenda, grazie all'indagine congiunta della polizia giapponese e dell'FBI riportata da Numerama : i delinquenti, fingendosi reclutatori su LinkedIn, si sono inizialmente avvicinati a un dipendente di Ginco, un'azienda che collabora con DMM. Successivamente si sono addentrati nella rete aziendale, rubando sempre più account dei dipendenti.
Una volta raggiunto il sistema di elaborazione delle transazioni, hanno osservato il sistema abbastanza a lungo da individuare molteplici vulnerabilità, che hanno portato all’attacco di maggio e alla perdita di oltre 4.500 bitcoin. Ma dove sono andati?
Secondo i risultati dell'indagine, non così lontano dall'arcipelago giapponese: è il gruppo di pirati Lazarus, noto per essere legato al governo nordcoreano, che sarebbe responsabile di questo atto di pirateria. Il Paese è diventato uno specialista nel settore, con 660 milioni di dollari di entrate provenienti da furti di dati, riscatti e altri attacchi informatici nel 2023, e addirittura 1,34 miliardi di dollari nel 2024! Profitti record che vanno direttamente nelle tasche del regime in vigore…
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