L'autorità francese garante della concorrenza ha multato Darty, Boulanger e dieci produttori di elettrodomestici per 611 milioni di euro per aver attuato pratiche anticoncorrenziali a danno dei consumatori.
Con l’avvicinarsi degli anni 2010, mentre il commercio online conquistava gradualmente il cuore dei consumatori, alcuni negozi tradizionali cominciavano a temere per il proprio fatturato e a vedere sfavorevolmente questa nuova concorrenza. Inoltre, diversi produttori di elettrodomestici (BSH, Electrolux, Whirlpool-Indesit, LG, Miele, SEB, Smeg, Candy Hoover, Eberhardt) così come due grandi distributori (Darty e Boulanger) hanno implementato diverse strategie per mantenere e limitare i propri margini concorrenza. In particolare, avevano concordato i prezzi di alcuni prodotti e messo in atto un elaborato sistema di monitoraggio per i distributori.
Inoltre, il 19 dicembre, l'autorità francese garante della concorrenza ha condannato queste dodici società del settore degli elettrodomestici ad una multa di 611 milioni di euro. Come indica l'autorità nel suo comunicato stampa, queste pratiche erano “particolarmente gravi in quanto sono stati istituzionalizzati, attuati in segreto e hanno riguardato gran parte degli attori presenti su questo mercato”. Conseguenza per i consumatori: i prezzi di alcuni prodotti sono stati mantenuti artificialmente al rialzo, impedendo loro di farlo “per beneficiare di prezzi più vantaggiosi per l’acquisto dei propri prodotti di piccoli e grandi elettrodomestici”.
Pratiche anticoncorrenziali: accordi e pressioni sui distributori
I fatti sono avvenuti tra il 2007 e il 2014 e fanno seguito ad una prima condanna da 189 milioni di euro nel 2018 per fatti simili. Le dodici società hanno concordato il prezzo di alcuni grandi elettrodomestici (lavastoviglie, asciugatrice, frigorifero, congelatore, piano cottura, forno a microonde, piano cottura, ecc.) e piccoli elettrodomestici (aspirapolvere, ferro da stiro, robot da cucina, bollitore, caffettiera, epilatore, ecc.).
“I produttori e i loro distributori 'tradizionali' (che vendono principalmente nei negozi) hanno voluto così limitare l'emergere di siti web che commercializzavano elettrodomestici a prezzi 'limitati', garantendo al contempo margini elevati ai distributori attivi sui canali di distribuzione tradizionali, soprattutto nei negozi”spiega l'Autorità.
Tutto era stato pianificato attentamente. I produttori comunicavano i prezzi al dettaglio ai distributori e ne monitoravano la corretta applicazione. I distributori online che si sono rifiutati di rispettare queste linee guida sui prezzi sono stati puniti con misure discriminatorie, come ritardi nella consegna, interruzioni della fornitura o l’implementazione di sistemi di distribuzione selettiva. Inoltre, alcuni prodotti non dovrebbero essere venduti su Internet, così da favorire punti vendita fisici e distributori storici, sempre a scapito dei nuovi siti online.
Secondo l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato gli accordi sono stati negoziati tramite “un linguaggio in codice per nascondere le istruzioni sui prezzi”. Ad esempio, le aziende menzionate “prezzi consigliati” che erano infatti prezzi da rispettare. Hanno sottoposto i distributori ad una pressione costante affinché li rispettassero attraverso allusioni: “se vuoi ricevere il prodotto sai cosa fare”; “C’è un nuovo prodotto che è appena uscito, se lo vuoi…”. Per evitare confusione, i produttori hanno evitato il telefono e la posta elettronica, preferendo gli incontri fisici.
Questi scambi di codici dimostravano, secondo l'Autorità garante della concorrenza, che tali pratiche erano istituzionalizzate. Alla fine, i distributori online, che offrivano prezzi più competitivi, si sono visti esclusi o limitati nelle loro attività, in particolare dal divieto di commercializzare determinate referenze.
Pratiche anticoncorrenziali: sanzione particolarmente elevata
Risultati della gara: “queste pratiche hanno eliminato la concorrenza intramarca, impedendo ai consumatori di beneficiare di prezzi più interessanti per l’acquisto dei loro prodotti di elettrodomestici di piccole e grandi dimensioni”si rammarica dell'autorità. Quel che è peggio è che queste misure hanno rafforzato la posizione di Darty e Boulanger come distributori. Secondo le stime di un distributore intervistato nell'ambito dell'inchiesta “la stragrande maggioranza (circa il 95%) dei distributori presenti online all’inizio della pratica sono scomparsi o sono stati acquistati dai distributori tradizionali.” Quanto al consumatore, non ha potuto beneficiare dei prezzi più interessanti.
Per tutte queste infrazioni e contestazioni l'AGCM ha condannato le dodici società al pagamento di sanzioni per un totale di 611 milioni di euro. Il più pesante spetta alla SEB, che dovrà pagare 189,5 milioni di euro, mentre i distributori pagheranno 89,35 milioni di euro per Boulanger e 109 milioni di euro per Darty. L'Autorità ritiene infatti che quest'ultimo, “con il loro peso, avrebbero potuto porre fine alle pratiche anticoncorrenziali”. Delle dodici aziende prese di mira, dieci hanno scelto di non contestare le sentenze. SEB e Boulanger hanno invece indicato di voler ricorrere alla Corte d'appello di Parigi.
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