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la DGCCRF interviene in 13 agenzie immobiliari

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Nell'aprile 2024, la Direzione generale della concorrenza, dei consumatori e del controllo delle frodi (DGCCRF) ha sottolineato “il perdurare di sostanziali brecce nel mondo immobiliare” di fronte al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.

Pochi mesi dopo, la DGCCRF è tornata sull'argomento. In un comunicato stampa pubblicato il 23 dicembre 2024, ha annunciato di aver condotto un sondaggio approfondito tra i professionisti del settore immobiliare di lusso. Le sue squadre hanno infatti effettuato numerosi controlli mirati nel 3°, 6°, 7° e 8° arrondissement di Parigi, al fine di garantire il rispetto delle norme “Obblighi relativi al contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo (AML/CFT)” intermediari immobiliari.

Controlli intensificati

Questa operazione fa seguito a un parere del Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (GAFI), che raccomanda “intensificare i controlli AML/CFT e in particolare il monitoraggio delle misure di congelamento dei beni“, spiega la DGCCRF. Sono stati effettuati interventi in 13 agenzie immobiliari. Gli investigatori hanno verificato l'implementazione dei processi per individuare le operazioni a rischio nonché i beni interessati dal congelamento dei beni.

La DGCCRF sta attualmente elaborando i dati risultanti da tali controlli. Si precisa che in caso di violazioni accertate potrà emettere ingiunzioni di adempimento, deferire la questione alla Commissione nazionale per le sanzioni (CNS) nonché segnalare elementi relativi al congelamento dei beni alla Direzione generale del Tesoro.

Un dovere di vigilanza

Nel contesto dell'acquisto o della vendita di un immobile, il professionista immobiliare è soggetto agli obblighi di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.“, indica la Federazione nazionale immobiliare (Fnaim) sul suo sito.

In caso di sospetto su una transazione, i professionisti devono effettuare una segnalazione al Tracfin, il servizio di informazione finanziaria. “In caso di mancata dichiarazione, il professionista può essere condannato dal tribunale.“, ricorda Fnaim.

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