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L'Audi A5 Avant, un manifesto di classicità

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L'Audi A5 Avant dovrebbe rappresentare i tre quarti delle circa 4.000 immatricolazioni che il marchio punta a raggiungere nel 2025 in Francia. TSP

Una delle espressioni più compiute dell'eleganza automobilistica degli ultimi vent'anni si è appena rinnovata. Audi ha finalmente deciso di ridare lustro alla A5, un modello che ha contribuito molto alla sua reputazione di marchio distinto che gioca la carta dello chic tedesco, non troppo ostentato.

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Non del tutto a proprio agio sul fronte della transizione energetica, gli anelli di Ingolstadt hanno deciso di riorganizzare il proprio catalogo. D'ora in poi quelle elettriche avranno un numero pari e quelle termiche un numero dispari, una riorganizzazione che permette di riunire sotto la stessa entità la saggia A4 e l'augusta A5. O meglio, per realizzare un'operazione di fusione-acquisizione a vantaggio di quest'ultima, privata delle versioni coupé e cabriolet – tempi duri quando non si è Suv – ma che eredita la variante Avant (station wagon) dalla vecchia A4. .

Dietro questo raggruppamento di forze c'è la necessità di rinvigorire la coppia A4-A5, modelli termici che rappresentano solo 150.000 unità all'anno mentre pesavano 300.000 unità nel 2018 e addirittura 400.000 nel 2008, ricorda il consulente Inovev. Per riprendere l'iniziativa di fronte al SUV schiacciasassi, anche all'interno del proprio gruppo, Audi ha scelto un approccio molto classico privilegiando la Avant station wagon, il modello che sembra essere la proposta più convincente della nuova gamma A5. Dovrebbero, secondo Audi, rappresentare i tre quarti delle circa 4.000 immatricolazioni che il marchio punta a raggiungere nel 2025 in Francia.

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