10 drink di successo che possono davvero far dubitare un wine lover

Fino a poco tempo fa, la semplice menzione del termine barbarico “dealcolizzato” poteva essere sufficiente a far venire i brividi lungo la schiena degli enofili dalla mentalità più aperta. L’idea stessa di immaginare un vino che passasse più tempo in laboratorio che in tinaia sembrava portare dritti a uno scenario distopico, e il fatto di sostituire l’alcol con lo zucchero, altrettanto crea dipendenza, sarebbe un’eresia totale. Un’osservazione corroborata da Benoît D’Onofrio, sommelier oggi conosciuto con il neologismo “sobrelier”, officiante in un locale nel 20° arrondissement di Parigi: “L’offerta si è evoluta molto, ma le bevande veramente artigianali sono ancora rare, e si può parlare di concorrenza sleale con il mondo del vino, che ormai deve esporre i suoi ingredienti in etichetta, mentre i prodotti analcolici sono ancora efficaci senza un quadro normativo“, si lamenta.

Tuttavia, la domanda continua a crescere, al di fuori del famoso periodo di Gennaio Secco, poiché l’andamento degli acquisti dimostra che anche il periodo delle vacanze di fine anno sta diventando uno sbocco commerciale molto redditizio per il settore: “La domanda è particolarmente forte nel mese di gennaio, ma rimane presente tutto l'anno, anche durante le festività», osserva Rémi Segui, direttore del reparto cantina delle Galeries Lafayette Gourmet. Sarebbe tuttavia affrettato credere ad un'ondata di neo-astenuti che recentemente hanno scoperto la passione per il kefir. Nella stragrande maggioranza dei casi, la scelta del analcolico ha una sola ambizione: quella di prendersela finalmente con calma. E per fortuna oggi esistono bevande profonde e complesse in grado di cambiare la visione delle bevande analcoliche.