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“Il conto fa bene al maiale”

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In un allevamento di suini, a Confrançon (Ain), nel novembre 2022. BERTRAND GUAY/AFP

QQuando l'orzo non fa soldi, la carne di maiale vale oro. Con questo detto definiamo il quadro agricolo per il 2023. Il Ministero dell'Agricoltura ha infatti esaminato, come ogni anno, lo stato di salute delle aziende agricole. La sentenza è stata pronunciata giovedì 12 dicembre. Dopo aver analizzato i rendiconti finanziari di un campione di aziende agricole, ha fornito una stima del reddito medio annuo al lordo delle imposte per specialità.

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Un esercizio complicato che dimostra la grande disparità tra le produzioni e la loro elevata volatilità. Nel 2023 il record lo vincerà l’allevatore di suini. Con un reddito medio annuo di 106.283 euro supera di gran lunga la concorrenza. La carne di maiale frutta un sacco di soldi. Già nel 2022 era in testa alla classifica. Al contrario, i produttori di cereali sono crollati drasticamente, ritrovandosi in fondo alla classifica, una posizione che raramente sono abituati a occupare. Il loro reddito è passato, in un anno, da 66.381 a 11.969 euro. Sono addirittura davanti agli allevatori di ovini e caprini (17.641 euro), che solitamente sono il fanalino di coda. Per attutire lo shock, i coltivatori di cereali possono contare su altre colture, come la barbabietola o la patata, che si collocano al secondo posto tra le migliori performance nel 2023, con 65.427 euro. Sapendo che la terza posizione è occupata dagli allevatori di pollame, con 51.139 euro.

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