Ci aspettiamo che nella riunione del 12 dicembre la Banca Centrale Europea taglierà i tassi di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 3%.
- La crescita dell’Eurozona ha continuato a deludere dall’ultima riunione di ottobre, e i futuri rischi tariffari dopo il risultato delle elezioni statunitensi aggiungono ulteriore incertezza alle prospettive di crescita dell’euro nel 2025.
- Non crediamo che la BCE aumenterà il ritmo della sua politica finché la futura politica commerciale statunitense non sarà più chiara.
- Nelle ultime settimane, i mercati dei tassi di interesse a breve termine hanno iniziato a scontare rischi di crescita al ribasso per la regione nel 2025; il tasso sui depositi è fissato a circa l’1,80% entro giugno 2025 e anche i rendimenti dei Bund a due anni sono al livello più basso degli ultimi due anni.
- Siamo favorevoli a un irripidimento della curva dei rendimenti tedeschi nel breve termine, ma riconosciamo che molte cattive notizie sono ormai ben scontate nei mercati dei tassi di interesse.
I dati dell’Eurozona suggeriscono che l’attività regionale rallenterà nel quarto trimestre del 2024, con i sondaggi sull’attività manifatturiera che rimangono deboli e le nubi che si addensano anche nel settore dei servizi. La fiducia dei consumatori si sta sgretolando e i dati sul mercato del lavoro mostrano un certo deterioramento, con i sondaggi che dipingono un quadro di rallentamento della crescita dell’occupazione. Sul fronte dell’inflazione, lo scenario generale di disinflazione rimane intatto, con l’inflazione dell’indice dei prezzi al consumo (indice dei prezzi al consumo) complessivo e dell’indice dei prezzi al consumo core in euro attestati rispettivamente al 2,3% su base annua e al 2,7% su base annua nel Novembre. Nel breve termine, le sfide strutturali, l’incertezza commerciale e la paralisi politica che affligge la regione – in attesa delle elezioni federali tedesche di febbraio e dell’esito del processo di bilancio francese – dipingono un quadro piuttosto desolante delle prospettive europee entro il 2025.
Sebbene i recenti dati sull’attività nella regione non escludano un taglio di 50 punti base alla riunione di dicembre e un ritiro più rapido della politica restrittiva, i recenti commenti di alcuni policymaker della BCE variano riguardo alla traiettoria dei tassi futuri. La signora Schnabel, membro del consiglio di amministrazione, si è espressa a favore di un approccio più graduale perché teme che il percorso verso l’inflazione al 2% sarà ancora irto di insidie nel 2025. Ritiene inoltre che l’impatto dell’inasprimento Il passato della BCE svanirà rapidamente.
Le notizie non sono del tutto negative per la regione in vista del 2025. Le condizioni finanziarie si stanno allentando, aiutate dalle aspettative di tagli dei tassi della BCE e dall’indebolimento dell’euro. L’ultima indagine della Bce sul credito bancario ha evidenziato anche un miglioramento della domanda di prestiti nella regione, mentre la prospettiva di una riforma del freno al debito nel 2025 potrebbe dare al governo tedesco un po’ di spazio fiscale per affrontare le sfide strutturali e cicliche che l’economia si trova ad affrontare.
Tuttavia molto dipenderà dalla futura politica tariffaria degli Stati Uniti; Dazi diffusi su Cina ed Europa potrebbero far deragliare rapidamente le speranze di una ripresa duratura nella regione.
Da un punto di vista strategico, siamo favorevoli a un irripidimento della curva dei rendimenti a breve termine tedesca, ma riconosciamo che molte cattive notizie sono ormai ben scontate nei mercati dei tassi di interesse.
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